Cofferati boccia l’accordo sui licenziamenti: “Solo una presa in giro”

“La Cgil deve avere un rapporto leale con il sindacalismo di base”

L’ex leader della Cgil, Sergio Cofferati boccia il documento sui licenziamenti sottoscritto martedì tra governo, sindacati e Confindustria. “Quale accordo? Il testo firmato non lo è di certo, si fa fatica perfino a definirlo” – evidenzia Cofferati, in una intervista a Il Fatto.

Spiega l’ex segretario della Cgil: “Non è un accordo, a partire dal titolo ‘Presa d’atto’: mai visto prima. Il governo sollecita le parti a convergere su una ‘raccomandazione’: cosa vuol dire? Non si capisce quale fondamento giuridico possa avere e quindi la sua efficacia. Peraltro riguarda solo una parte, i datori di lavoro, che in realtà non avranno alcun vincolo. È un contorto atto politico che non risolve il problema di fondo. Una scelta sbagliata destinata a creare molti problemi”.

Perché i sindacati sono soddisfatti? “Temo abbia prevalso la paura per la reazione delle persone in caso di rottura. Ma non si è deciso nulla e il governo si è inventato nuove forme di rapporti fra le parti sociali. Perché affidarsi alla buona volontà di Confindustria? Se va bene si sposta il problema di 13 settimane, se va male avremo migliaia di licenziamenti. Si incentivano le aziende a non licenziare, ma la Cig è temporanea, serve per trovare una soluzione al problema che ne ha richiesto l’uso, che qui non viene trovata. Serviva svuotare la sacca di lavoratori a rischio licenziamento, cioè una vera politica del lavoro”.

Il governo Draghi sottovaluta il tema lavoro? “Mi pare non lo consideri proprio. C’è un vuoto enorme. Prendiamo il Pnrr: miliardi di investimenti che avranno effetti sull’attività delle imprese e sul lavoro –afferma Cofferati – Dei primi si parla poco, dei secondi zero. Eppure dovrebbe essere normale valutare gli investimenti anche in termini di obiettivi occupazionali, sia quantitativi che qualitativi”.

Cofferati critica la scelta dei confederali di essere minoritari nei settori dove c’è conflitto, dalla logistica ai rider e di combattere il sindacalismo di base, siglando accordi capestro. “E’ un problema enorme. Si è incancrenita la relazione tra le forme di rappresentanza – sottolinea Cofferati – La Cgil deve mostrare di avere qualcosa da dire ai lavoratori di questi settori e avere un rapporto leale con i sindacati di base. Sono i confederali a dover promuovere il dialogo”

E conclude: “Un sindacato in crisi deve trovare al suo interno le cause della sua debolezza. Landini fa il suo lavoro con passione, male difficoltà sono antiche, la sconfitta sul Jobs act è stato uno dei momenti più duri. La politica ci ha messo del suo emarginando i sindacati”

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