Caso voucher al Comune di Napoli, ecco cosa sono i buoni lavoro

L’intento con cui furono introdotti, nel 2003, era quello di limitare il lavoro nero e riuscire a tassare alcune attività saltuarie. Poi, di legge in legge, di decreto in decreto, di circolare in circolare, le limitazioni sono cadute

L’avviso pubblico pubblicato dal Comune di Napoli per l’utilizzo di disoccupati tramite i buoni lavoro (voucher) ha prodotto una vera e propria discussione sui social media. Tacciono, invece, i consiglieri comunali. Tace il sindaco. Tacciono gli esponenti della giunta comunale. Un comportamento singolare, considerato che in altre città italiane, le scelte assunte dalle amministrazioni di attivare i voucher sono state oggetto dibattito nei consigli comunali. Una questione seria, delicata, snobbata dai rappresentanti istituzionali partenopei. Eppure, tutti in campagna elettorale hanno dichiarato la loro “ferma opposizione” contro le politiche liberiste del governo Renzi e il famigerato Jobs Act, la legge sul mercato del lavoro. I buoni lavoro, i voucher saranno utilizzati per attività sociali e utili.

 

 

Cosa sono i buoni lavoro? Con i buoni lavoro, non si hanno diritti: non si matura il Tfr, il trattamento di fine rapporto, non si maturano ferie, non si ha diritto alle indennità di malattia e di maternità, né agli assegni familiari e alla maturazione dei diritti alla pensione. Un voucher costa 10 euro e corrisponde al pagamento di un’ora di lavoro: 7,50 euro vanno al lavoratore, 1,30 euro alla gestione separata dell’Inps, 70 centesimi sono destinati all’assicurazione Inail e il resto compensa la gestione del servizio. L’intento con cui furono introdotti, nel 2003, era quello di limitare il lavoro nero e riuscire a tassare alcune attività saltuarie come il giardinaggio, l’assistenza domestica, le ripetizioni private e gli altri tipi di impieghi occasionali indicati nel decreto 276 del 2003. Poi, di legge in legge, di decreto in decreto, di circolare in circolare, le limitazioni sono cadute. Le prestazioni di lavoro accessorio sono stata estese a quasi tutti i settori produttivi e a tutte le categorie di lavoratori. E con il diminuire dei vincoli, è aumentato il ricorso a questo tipo di rapporto di lavoro. Per queste ragioni assistiamo a una proliferazione del voucher negli enti locali, comuni e regioni. Basta effettuare una rapida ricerca su Google per rendersene conto. Insomma, giovani sfruttati o disoccupati over 50, la crescita dei voucher è un dato che parla di una crescita dei lavoratori poveri, perché è una vergogna che un ente locale impieghi persone con due spiccioli e senza tutele. Intanto, aumenta il numero dei precari in cura presso i centri di psicopatologia del lavoro, sono pazienti con un problema psicologico (o con una franca patologia psichiatrica) correlata al lavoro (e alle sue disfunzioni).

Ciro Crescentini

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