Cantieri di Baia Mericraft, ancora tensioni per i licenziamenti

La società è “formalmente fallita” da dicembre del 2015 e “gestita” da un curatore nominato dalla settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. La fabbrica non è stata chiusa, beneficia dell’esercizio provvisorio d’impresa continuando ad essere attiva. Un gruppo di lavoratori ha impugnato i licenziamenti e ottenuto la reintegrazione dal giudice del lavoro è stato licenziato dal curatore

Ancora tensione a Baia tra i lavoratori della società Cantieri di Baia Mericraft, fabbrica che produce imbarcazioni di lusso. Non è stata ancora individuata una soluzione. Anzi, emergono gravissimi e imbarazzanti conflitti tra organismi istituzionali. Una vicenda paradossale La società è “formalmente fallita” da dicembre del 2015 e “gestita” da un curatore nominato dalla settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. La fabbrica non è stata chiusa, beneficia dell’esercizio provvisorio d’impresa continuando ad essere attiva. Un gruppo di lavoratori che ha impugnato i licenziamenti e ottenuto la reintegrazione dal giudice del lavoro è stato licenziato dal curatore nominato dal tribunale fallimentare addirittura con effetto retroattivo. Insomma, una sentenza emanata da un giudice di un Tribunale della Repubblica viene ignorata e non attuata da un altro giudice e da un altro Tribunale. Intanto, l’azienda continua ad operare, assumere e a subappaltare a chi gli pare mentre decine di lavoratori da mesi non ricevono il trattamento di fine rapporto (Tfr). L’azienda solo teoricamente avrebbe chiuso i battenti, ma nella pratica continua l’attività.

 

“La curatela fallimentare, però, pur vendendo nel frattempo alcuni beni aziendali, non ha versato un euro per i Tfr – racconta Luigi Natale uno dei lavoratori licenziati – Siamo stati inseriti nel passivo dal giudice delegato – continua Natale – ma attualmente non abbiamo ricevuto niente. La curatela il 1 dicembre 2016 mi invia una comunicazione che era stato finalmente depositato in cancelleria del tribunale lo stato passivo e che quindi nel giro di pochi mesi potevamo contare sul nostro Tfr. Ma dopo pochi giorni comunica al nostro legale, l’avvocato Giuliana Quattromini che non eravamo stati inseriti nel passivo. La situazione più tragica è che alcuni di noi hanno vinto la causa di reintegro in azienda, dal momento che l’azienda produce reddito- continua Natale – La curatela, però, ha mandato lettere di licenziamento a quelli di noi che hanno vinto la causa motivando che non poteva assumerle per mancanza di lavoro: ma nello stesso momento fa contratti con società private per lavorare sulle barche”. Una situazione anomale. Un’azienda chiude solo formalmente, ma in pratica continua l’attività produttiva.  Continua ancora l’ex dipendente di Mericraft: “Attualmente a capo di tutta questa situazione c’è una persona che già in passato era vicina alla vecchia gestione e che con il figlio dell’ex amministratore ha creato una società per la lavorazione e manutenzione di imbarcazioni. Un’altra cosa tragica, poi, è che le persone che erano state reintegrate e poi subito licenziate hanno perso la mobilità perché risultano ancora al lavoro e l’Inps richiede gli importi erogati degli anni precedenti. Quindi l’unica entrata che avevano è svanita e non sanno dove sbattere la testa, non sanno come andare avanti con le loro famiglie”.

Ciro Crescentini

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