Aerospazio, la Camera di commercio partenopea chiude Technapoli: 14 licenziamenti

Arriva all’atto finale la crisi del Parco Scientifico e Tecnologico di Napoli e Caserta, inutile il taglio dell’orario per salvare il consorzio

Dopo 27 anni chiude il consorzio Technapoli, Il Parco Scientifico e Tecnologico di Napoli e Caserta. Pochi giorni fa le lettere di licenziamento ai 14 dipendenti, inviate dall’amministratore unico  Roberto Magliulo. Nella missiva si afferma di “avere ricevuto sostanziale indicazione del socio di maggioranza di intraprendere tutte le azioni necessarie per cessare definitivamente le attività del Consorzio Technapoli”. Il socio di maggioranza è la Camera del Commercio di Napoli, un ente di diritto pubblico. Dall’anno scorso, l’ente camerale aveva deciso di rivolgersi ai privati, invece di continuare ad affidare gli stessi servizi al consorzio, di cui è proprietario quasi per intero. Vane, quindi, le iniziative sindacali e il taglio dell’orario, per salvare l’azienda. Silenzio assordante dalle istituzioni, indifferenti al destino dei lavoratori, ora in mezzo ad una strada. Un altro segno della perdurante crisi del territorio, che archivia una realtà di un comparto cruciale.

Costituito nel febbraio del 1992,  Technapoli vedeva tra i consorziati soggetti pubblici ed imprese private.
Obiettivo strategico e istituzionale, quello di incrementare la competitività del sistema economico territoriale – nell’area metropolitana di Napoli e Caserta – attraverso interventi per la ricerca e l’innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti esteri. E se l’aerospazio era il core business, non erano trascurati settori come Astronomia e Astrofisica, Ict, Biotecnologie mediche ed agroalimentari, Trasporti e mobilità, Beni culturali e turismo. Campi di ricerca, ormai, sepolti dalla chiusura.

 

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