Uso illegittimo dei fondi destinati all’accoglienza immigrati a Caserta e Cassino: 3 anni e 6 mesi all’imprenditore piddino Francesco Mosillo

Il giovane rampante è attivo nel settore della sanità, con laboratori e cliniche oltre che nel Lazio ed in Basilicata anche a in provincia di Caserta, in particolare Tora e Piccilli e Presenzano. I

Gestivano in maniera illegittima i fondi pubblici destinati all’accoglienza dei cittadini immigrati a Cassino e nelle province di Rieti, Isernia e Caserta. Il comitato di affari fu smascherato dal sistematico lavoro d’inchiesta della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

Eloquente la sentenza di primo grado del collegio penale del Tribunale di Cassino. A leggere il provvedimento è stato il presidente Claudio Marcopido affiancato dai giudici a latere Tania Tavolieri e Antonio Falchi Delitala. Accolte sostanzialmente le richieste della Procura della Repubblica.

Il Tribunale di Cassino ha condannato Katia Risi ( a 2 anni e 3 mesi), Paolo Aristipini (4 anni e 7 mesi), Massimiliano Murante (4 anni), Salvatore Maddonni (4 anni), Michele Murante (4 anni e 4 mesi), Bruno Scittarelli (4 anni e 10 mesi ) Alessandro Pieroncini (4 anni), Francesco Mosillo (3 anni e 6 mesi), Lucio Secondino (3 anni e 8 mesi), Giuseppe Di Pilla (4 anni ), Dino Secondino (2 anni e 8 mesi), Modesto Della Rosa (3 anni e 4 mesi), Michele De Rosa (2 anni), Luca Imondi (2 anni e 6 mesi), Martino Valiante (2 anni), Giuseppe D’Errico (1 anno 4 mesi), Simone Di Nallo (1 anno e 4 mesi).

Duro colpo per Francesco Mosillo, rampante, giovane imprenditore, esponente di spicco del partito democratico(è stato anche consigliere comunale a Cassino). Mosillo è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per associazione, frode in pubbliche forniture e truffa.

Mosillo è attivo nel settore della sanità, con laboratori e cliniche oltre che nel Lazio ed in Basilicata anche a in provincia di Caserta, in particolare Tora e Piccilli e Presenzano: Aura Hospital, struttura del gruppo Sant’Anna che include Sant’Anna Casa di Cura, Villa Giovanna Hospital, Istituto San Francesco. Strutture che beneficiano di fondi pubblici grazie alle convenzioni regionali.

I soliti bene informati sostengono che la sentenza emessa dal Tribunale di Cassino avrebbe creato imbarazzo, molte Asl starebbero valutando l’ipotesi di sospendere o rivedere tutti i rapporti contrattuali.

Fabbriche di consenso. Feudi elettorali. Stando a fonti autorevoli in alcune cliniche di proprietà di Mosillo sarebbero stati assunti e inquadrati con ruoli amministrativi i parenti di un potente esponente del consiglio regionale della Campania.

La sentenza del Tribunale di Cassino è il frutto della significativa operazione svolta dalla Guardia di finanza e dalla squadra mobile di Cassino, denominata “Welcome to Italy“.

Le indagini di polizia giudiziaria svolte su delega della Procura di Cassino, sotto la direzione del procuratore capo Luciano D’Emmanuele e del sostituto Alfredo Mattei, hanno coinvolsero numerosi Comuni delle provincie di LatinaFrosinone, Caserta, Isernia e Rieti.

I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, estorsione, truffa ai danni dello Stato e Enti pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture false.

Gli ospiti delle strutture vivevano in ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, mentre i responsabili andavano in giro in automobili di lusso, quali due Suv della Bmw modello X1 e X3, acquistati in leasing da una delle cooperative che gestiva il servizio.

Nell’ambito dei controlli documentali emerse, in alcuni casi, la doppia annotazione nei registri di rendicontazione di costi sostenuti da Cooperative per il servizio Sprar e la doppia percezione di contributi per il pagamento di personale dipendente delle Cooperative sia dello Sprar, nonché un doppio utilizzo dell’Iva, portata sia in detrazione che rimborsata.

Sempre a carico del servizio Sprar furono poste anche delle spese di ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di proprietà di un responsabile della cooperativa coinvolta.

Ciro Crescentini

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