Terra dei fuochi, De Luca: “Parola da cancellare”. Marfella insorge: “Fa come il ‘cornuto'”

Ancora scontro sull’emergenza ambientale in Campania. Il governatore: “Siamo la regione più monitorata, le analisi dicono che solo il 2% dei terreni presenta rischi”. L’oncologo: “Preoccuparsi del danno di immagine alle pummarole è come il marito tradito che teme per la reputazione dopo essere stato sparato dall’amante della moglie”

Riesplode la polemica sull’emergenza ambientale in Campania. “Non parlerò mai più della terra dei fuochi, secondo me va cancellata e lo dico anche agli esponenti di governo”. Il governatore Vincenzo De Luca pronuncia parole che fanno discutere all’incontro promosso a Napoli dalla Coldiretti, dal titolo eloquente “Mai più Terra dei fuochi”. “Togliamo di mezzo questa espressione, parliamo di Napoli nord, Caserta sud, parliamo di quello che volete – spiega De Luca – ma basta terra dei fuochi, togliamo di mezzo questa espressione che non ha motivo di esistere”. De Luca afferma che sulla terra dei fuochi “abbiamo cominciato a lavorare nel luglio 2015”, quando fu deciso di affidare all’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno un “lavoro per portare a Milano, in occasione dell’Expo, una fotografia della situazione reale “. Ebbene “dal lavoro è risultato che solo il 2% del terreno poteva presentare rischi – sottolinea – La Campania oggi è la regione più controllata e monitorata di Italia. Se facessimo gli stessi controlli in Lombardia verrebbero fuori cose da sant’Uffizio”. “Abbiamo lanciato il programma ‘Campania Trasparente’ – aggiunge – se ci sono i problemi li denunceremo sennò non vogliamo rotture di scatole”. De Luca attacca pure i “camorrologi di professione, che fanno i milioni rovinando intere generazioni di giovani che per fenomeni emulativi si mettono a parlare e si comportano come quegli imbecilli delle serie tv”. L’identikit assomiglia a Roberto Saviano, seppur mai nominato. Ma il bersaglio è anzitutto “il comitatismo”. “Un altro problema che abbiamo – sostiene – è che per ogni pelo dobbiamo dare vita a un comitato, provate a muovere una foglia in questa regione e vedete se non nasce un comitato, c’è gente che ha bisogno di tenere in vita il problema se non rimane disoccupata”.

E Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, riconfermato oggi e per i prossimi 5 anni presidente regionale della Campania, rincara la dose:  “La Terra dei Fuochi ci ha rotto le scatole, è stato un problema mediatico che ci ha rovinati. Ne voglio parlare, ma con metodo”.

All’affondo del governatore risponde subito l’oncologo Antonio Marfella, Presidente dei medici per l’ambiente. “Carissimo Vicienzo De Luca – scrive il clinico in un post su Fb -, preoccuparti del danno di immagine alle pummarole campane in terra dei fuochi equivale a preoccuparti del danno di immagine come marito cornuto dopo avere ricevuto una pistolettata in petto dai rifiuti speciali dell’amante di tua moglie! …..riuscirai a capirlo prima di morire?”.

 

E il Comitato Stop Biocidio replica a De Luca con un lungo post sul social. “Nella sua verbosa e seccante filippica, sempre uguale a se stessa e a uso e consumo degli sghignazzanti astanti, De Luca oggi si è di nuovo lanciato nelle sue solite invettive contro comitati e giornalisti asserendo che “mai più si dovrà parlare di Terra dei Fuochi”.  Definisce i primi parassiti della società, e definisce i secondi “camorrologi”, parassiti comunque, ma mediatici. Che noia, presidente. E poi i lamentosi saremmo noi. Insomma, non ci sarebbe nessuna Terra dei Fuochi. Anche noi gridiamo “Mai più Terra dei Fuochi”. Mai più bimbi morti, mai più estati irrespirabili. Mai più manifestazioni in piazza, mai più notti passate a discutere e a studiare tra noi per proporre soluzioni adeguate. Mai più lavoro incessante sul territorio, tra la gente, ad ascoltare i problemi. Mai più corse sui luoghi dei roghi e mai più ore e ore a respirare monnezza per cercare di capire la verità. Anche noi vogliamo che la Campania riparta dall’agricoltura. Lo gridano gli agricoltori che sono tra le nostre stesse fila e che non hanno paura della verità”.
“Perché vede, il problema – aggiunge Stop Biocidio – non è mai stata la denuncia incessante dei comitati, ma il silenzio delle istituzioni, la loro inettitudine, quel “vedo e non vedo” che fa gioco alle poltrone e a chi ha davvero causato tutti questi danni alla nostra terra. Noi siamo la trincea e della trincea sopportiamo il disagio. Ci sta bene.
Al comando è lei e come comandante fa un pessimo lavoro. Avrebbe dovuto combattere per noi e invece ci grida contro. Avremmo potuto essere alleati nel ridare alla Campania il volto felix che ha sempre avuto: invece lei, lo Sceriffo, preferisce essere l’homo novus, il decisore forte e coriaceo. Ma di nuovo e di coriaceo non c’è proprio nulla. Lei è capace di sparare solo a salve. E allora, caro Presidente, non ci chiami parassiti solo perché facciamo il nostro mestiere: senza di noi moriremmo tra molto più dei 900 roghi di cui parla lei. Noi siamo fieri di aver svegliato questo popolo, di aver attivato percorsi legislativi che ora lei nega. E siamo fieri di appartenere alla Terra dei Fuochi che è fucina di pensiero e terra di grande coraggio. Per il resto, le risponderemo come sempre in tutte le sedi: nelle piazze, nei tribunali, nei laboratori scientifici. Rimaniamo in trincea. Soldati semplici, semplici cittadini”.

Dal canto suo, il deputato grillino Salvatore Micillo ricorda che “il primo decreto del Ministero dell’Ambiente si chiama Terra dei Fuochi, a indicare, con la scelta di Costa, quale sia la priorità del Governo”. “Questo significa – spiega il parlamentare – dare priorità a queste terre che ancora sono identificate come terra dei Fuochi e che ci sono in tutta Italia. Oggi c’è una corposa tutela del nostro prodotto agricolo che viene da tanti anni in cui della terra dei Fuochi si è parlato poco, e che si voleva mettere in sordina. “Ci sono agricoltori che vogliono cambiar volto a questa regione e dare sicurezza a ciò che mangiamo”.

(Foto Coldiretti Campania/Fb)

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