L’allarme di Raffaella Capasso, procuratore capo facente funzioni di Santa Maria Capua Vetere, risuona nell’audizione alla Commissione parlamentare ecomafie

ROMA – “Sospettiamo che i veleni finiti nelle falde sotterranee dalle discariche di Maddaloni e da Marcianise abbiano raggiunto Casale di Principe e temiamo anche travasi delle acque di falda inquinate nella rete di distribuzione idrica domestica, abbiamo così attivato controlli sull’acqua dei rubinetti da parte dell’Arpac”. L’allarme di Raffaella Capasso, procuratore capo facente funzioni di Santa Maria Capua Vetere, risuona nell’audizione alla Commissione parlamentare ecomafie.

L’ALLARME –  Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, la Capasso spiega: “Abbiamo rilevato frequentemente l’avvelenamento dei pozzi cominciando con indagini a Casale su una discarica abusiva indicata da un pentito, dove l’Arpa ha trovato rifiuti ma non pericolosi a cinque metri di profondità, eppure i pozzi a monte dell’invaso sono inquinati, vi abbiamo trovato veleni. Successivamente – prosegue il procuratore – a Masseria Monti abbiamo accertato la presenza di un inquinamento gravissimo, ve lo voglio segnalare, abbiamo scoperto riversamenti di percolato direttamente in falda dove abbiamo trovato arsenico o manganese fino a 260 volte maggiore del valore di soglia, e qui c’è un rischio di contaminazione continuativa, invece nell’aria abbiamo trovato fenoli”. Il magistrato si riferisce ad un’area compresa nel Comune di Maddaloni. “Abbiamo sequestrato 60 pozzi – afferma la Capasso – avvisando sindaco e ministro più di un anno fa e sino ad ora non è accaduto nulla. Detto questo la cosa che mi ha colpito, nel caso di Masseria Monti, è che a monte i pozzi non sono inquinati ma a valle sì, è chiaro allora che è la discarica la fonte dei veleni”. “Nella vicina Marcianise – prosegue l’audizione – ci sono pozzi inquinati anche trattati – sono state prese misure – da parte di una multinazionale che ha provocato l’inquinamento, eppure senza risultato, allora noi temiamo possa esserci stata una forte migrazione della contaminazione di questa falda a Sud, addirittura sospettiamo che l’inquinamento abbia raggiunto Casale di Principe, questo spiegherebbe perchè abbiamo trovato veleni a monte e non a valle dell’invaso di Casale. Ora cerchiamo di capire l’estensione di questa contaminazione e anche l’adeguatezza delle misure adottate, parlavo dei pozzi perchè in questo momento è la cosa più preocupante di quella zona, ci sono punti e utenze che utilizzano sia l’acqua della rete idrica sia quella dei pozzi avvelenati, c’è possibilità di un travaso dall’una all’altra rete e con l’Arpac stiamo facendo verifiche anche sulla qualità dell’acqua della rete di distribuzione idrica domestica”.

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