Tensioni all’Anm, protesta spontanea dei lavoratori

Le maestranze sono infuriate per l’ennesimo rinvio del confronto tra organizzazioni sindacali e azienda. “E’ una sceneggiata, rischiamo di fallire per colpa di privilegi e degli stipendi milionari di alcuni dirigenti”

Tensione tra i lavoratori dell’ Anm, l’azienda di trasporto pubblico del Comune di Napoli. Stamattina, la protesta spontanea è partita dal deposito di via delle Puglie. Le maestranze sono infuriate per l’ennesimo rinvio del confronto tra organizzazioni sindacali e azienda. “E’ una sceneggiata – urlano i lavoratori Anm – la nostra azienda rischia di fallire per colpa di privilegi e degli stipendi milionari di alcuni dirigenti”. L’azienda rischia di fallire seriamente. Il rendiconto di bilancio 2015, si chiuderà con 42 milioni di perdite. E il piano di risanamento lo vogliono gestire gli stessi dirigenti responsabili dello sfascio. Tanti gli sprechi. Nell’occhio del ciclone è finito ancora una volta il ‘sistema manutenzione aziendale’. Un sistema che costringe l’amministrazione comunale a sborsare fior di quattrini. L’ente di piazza Municipio trasferisce ogni anno nelle casse dell’Anm ben 5 milioni di euro per garantire un serio servizio di manutenzione. Invece, i bus e gli impianti si rompono provocando la cancellazione di intere linee e la protesta degli utenti. I lavoratori sollecitano un’inchiesta interna da parte dell’amministrazione comunale. “I dirigenti aziendali dovrebbero spiegare, rendicontare, per esempio, le spese di milioni per l’acquisto di pezzi di ricambio” – sottolineano alcuni lavoratori Anm. E non finisce qui.

 

 

Gli annunciati interventi per la razionalizzazione delle risorse in azienda non hanno toccato le consulenze esterne, gli stipendi, gli incentivi e bonus che incassano i manager e i dirigenti aziendali. Come si è prodotta la crisi economica e finanziaria dell’Anm. Eccessivi gli stipendi che incassano mensilmente i 36 dirigenti del centro di costo aziendale. Tantissimi i dirigenti di via Marino che incassano “salari” di 150-200 mila euro annui. E la legge sulla trasparenza amministrativa non viene applicata. “Chiediamo al sindaco Luigi de Magistris di intervenire per far pubblicare sul sito aziendale tutti gli stipendi, i premi di risultato ed i risultati raggiunti dai dirigenti aziendali- chiedono i lavoratori – Anche in questo modo si concretizza la democrazia partecipativa”. E non solo. L’azienda non certifica più i chilometri percorsi dai bus, creando una situazione difficile e poco trasparente per verificare l’impiego delle risorse pubbliche e i trasferimenti regionali. A quanto pare, l’ Anm, non ha mai redatto un programma di esercizio, un piano annuale in grado di “fotografare” la situazione riguardante la viabilità cittadina, indicando i mezzi e le risorse per gli attuare. Programmare gli interventi opportuni ed adeguati. Una lacuna che ha messo in difficoltà le casse comunali, poiché solo a fine anno si conosce quanto l’azienda ha effettivamente speso.

 

BLOCCO DEI MEZZI – Secondo una stima aziendale, nel corso della mattinata il servizio garantito è stato inferiore del 40 per cento rispetto al solito, a causa del blocco provocato dalla protesta. Dal deposito di Poggioreale quotidianamente escono all’incirca 100 dei 300 mezzi in servizio in città. Dopo alcune ore la situazione è tornata alla normalità.

 

SOSPESA LA PROTESTA DEI LAVORATORI – “Sospendiamo la protesta in attesa di atti e risposte concrete in termini di garanzie per i lavoratori e gli utenti, chiediamo il rilancio dell’Azienda ed il suo commissariamento vista l’incapacità gestionale dimostrata dal suo management, chiediamo l’istituzione di una commissione di inchiesta volta a scoperchiare il calderone delle malvessazioni presenti in Anm”. I lavoratori di Anm da domattina, 1 marzo, riprenderanno regolarmente il servizio sospendendo, di fatto, fermo restando lo stato di agitazione, la protesta attualmente in atto. “Ci scusiamo con la nostra utenza per i disagi patiti – afferma una nota firmata dai lavoratori Anm – ma la nostra causa è giusta e le motivazioni che la sostengono sono valide, al punto di giustificare anche forme estreme di lotta utilizzate in questo periodo. Ci fermiamo perché non vogliamo che le colpe di politica, sindacati e dirigenza siano pagati dai nostri concittadini”.

“Restiamo in attesa – conclude la nota – di risposte concrete che se dovessero ancora tardare ad arrivare ci vedrebbero posti di fronte alla necessitá di riprendere le proteste, chiediamo la comprensione ed il sostegno: vogliamo che la nostra amata Città abbia il servizio pubblico di trasporto degno e funzionale alle esigenze di una capitale quale siamo”.

Ciro Crescentini

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