Sono ancora gravi le condizioni di Gennaro Cinque, poliziotto municipale ferito dai colpi esplosi dall’infermiere, che al legale dice: “Chiedo perdono, ma subivo da una vita”
NAPOLI – Sono ancora gravi ma stazionarie le condizioni di Vincenzo Cinque, ricoverato in coma indotto al “San Giovanni Bosco”. Il 63enne luogotenente della polizia municipale, è quello messo peggio tra i sei feriti nella strage di Miano. Gesto per il quale Giulio Murolo ha chiesto “perdono, a tutti. Ai miei nipoti”, i figli del fratello, “a mia madre, agli estranei che ho coinvolto”. Parole riferite dal suo avvocato Carlo Bianco. Il legale ha annunciato che chiederà una perizia psichiatrica per l’assistito. Murolo ha cominciato a raccontare la sua versione sui rapporti conflittuali con il fratello, vicino di casa, sostenendo di essere stato costretto “a subire da una vita”. L’infermiere si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio davanti al pm, ma al difensore avrebbe detto anche di essere stato aggredito con un coltello dal fratello Luigi.