Consegnata una petizione con oltre duemila firme: l’iniziativa di Marco Ricci e Giorgi Pisano, insieme al gruppo Salute Ambiente e Vesuvio

ERCOLANO – Una lettera al Papa, perché si mantenga desta l’attenzione sulle zone del Vesuvio inquinate da sversamenti illeciti di rifiuti tossici e pericolosi: è l’iniziativa di due sacerdoti, Marco Ricci (chiesa di Santa Maria della Consolazione a Ercolano) e Giorgio Pisano (Sacro Cuore a Portici), assieme al gruppo Salute Ambiente e Vesuvio. Per anni, nella zona sottostante il Vesuvio, sono stati interrati fusti contenenti materiale bituminoso e idrocarburi, lastre di eternit, materiale edile, pneumatici. Tutte cose scoperte nello scorso novembre dall’operazione condotta dai carabinieri del Noe e dal Corpo Forestale, durante gli scavi ordinati dalla Procura della Repubblica di Napoli. «A destare preoccupazione anche l’alto tasso di persone ammalate e decedute in quella zona e nella vicina area di San Vito ad Ercolano. Per questo vogliamo che le istituzioni diano risposte chiare e che il Papa ne sia informato e tenga a cuore anche le sorti dei nostri territori oltre alla Terra dei Fuochi», spiegano i due sacerdoti che, questa mattina, hanno consegnato al sindaco di Ercolano Vincenzo Strazzullo e al cardinale di Napoli Crescenzio Sepe la petizione “Stop al biocidio” con circa duemila firme. Si chiede di sapere cosa c’è sotto la discarica dismessa Ammendola-Formisano su cui sono stati stoccati rifiuti, rimossi di recente, dell’emergenza 2003-2004 e quali iniziative si intendano adottare sull’inquinamento elettromagnetico.

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