Questa mattina i lavoratori di Trasnova, azienda dell’indotto hanno manifestato contro il mancato rinnovo della commessa
Questa mattina un centinaio di lavoratori di Trasnova – azienda che opera nel settore della logistica e dei trasporti – hanno manifestato davanti allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco per protestare contro il mancato rinnovo della commessa da parte del colosso automobilistico, che scade il prossimo 31 dicembre.
I manifestanti hanno bloccato l’ingresso merci dello stabilimento, provocando una lunga fila di camion ed autoarticolati sulla strada che porta in fabbrica. Sono circa 400 i lavoratori di Trasnova impiegati negli stabilimenti Stellantis italiani, che, secondo gli stessi dipendenti, sono a rischio licenziamento per il mancato rinnovo della commessa da parte del colosso automobilistico. “Abbiamo già avuto comunicazione che da gennaio saremo senza lavoro – spiega Francesco – a Pomigliano siamo 90, e ci hanno sostituiti durante il nostro stato di agitazione con altri lavoratori interni dello stabilimento. Siamo in tutto 400, impiegati nelle fabbriche italiane del gruppo, e senza commessa di Stellantis non abbiamo un futuro occupazionale. Oggi tocca a noi, ma domani anche i nostri colleghi del Vico potrebbero avere problemi. Dobbiamo essere uniti”.
E tra gli operai Stellantis si discute delle dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Emergono sentimenti, posizioni contrastanti.
“La vera rovina dell’automotive è l’Europa – dichiarano all’Ansa Riccardo e Salvatore, del reparto verniciatura – con la transizione energetica hanno combinato solo un pasticcio. Come se l’ambiente potesse salvarlo l’Europa, mentre Usa, Cina, India e chissà quanti altri, continueranno ad inquinare. Ci saranno le auto elettriche, ma non sono ancora pronte tutte le infrastrutture, a partire dalle colonnine per il rifornimento. E’ come se avessimo comprato barattoli senza avere apriscatole per aprirli”. “Una volta andato via Tavares ce ne sarà un altro che penserà al suo entourage: cambieranno il direttore, cambieranno i leader, ma lo stabilimento resta questo – afferma invece Giuseppe, del montaggio – con i problemi che ci portiamo dietro da anni, e le criticità mai risolte che peggiorano nonostante gli amministratori delegati”.
Il collega di reparto, Antonio, sottolinea invece che “peggio non può esserci”. “Tavares ha smantellato tutto, il nostro stabilimento è stato fatto a pezzi. Hanno venduto a privati il palazzo degli uffici, oltre ad alcuni capannoni, destinati ad una palestra, sempre di privati, e ad altre aziende che nulla hanno a che vedere con il nostro settore. Ora non potrà che andare meglio. Per forza”.
Per Mimmo Loffredo, della lastratura, “la notizia delle dimissioni era già nell’aria. Ma questo non cambia nulla sulla situazione industriale che stiamo vivendo: è chiaro che si mettono ulteriori dubbi sul futuro, ma il vero problema sono le politiche industriali di questa azienda”.