Stazione-vergogna di Scampia, protesta anti degrado: “Da De Luca solo promesse elettorali”

Mercoledì il flash mob di cittadini e associazioni per chiedere un tavolo in grado di sbloccare il cantiere della metropolitana, di competenza Eav: è fermo da anni per un contenzioso

La scorsa primavera Vincenzo De Luca, in campagna elettorale, promise di sbloccare il cantiere nei primi 100 giorni di mandato. Invece ne sono passati quasi il triplo e tutto è come prima. Per riaccendere i riflettori sulla stazione-lager del metrò a Scampia, da anni in attesa del completamento dei lavori, mercoledì è indetto un flash mob di protesta. L’Assemblea Popolare, che riunisce diverse associazioni del territorio, dà appuntamento alle 10,30 davanti alla metropolitana di Piscinola-Scampia, per un’iniziativa che toccherà tutte le stazioni della Linea 1. Sono ferme da anni le ruspe nelle aree esterne, degrado e abbandono al posto delle scale mobili. I cantieri sono presto stati invasi da spaccio di droga e prostituzione. Avrebbe dovuto provvedere la holding regionale Eav, ma un contenzioso con la ditta esecutrice ha bloccato tutto. Tempo fa l’azienda ha fatto murare la zona adiacente, per frenare le incursioni. “C’è uno stato di degrado vergognoso – afferma Rosario Di Lorenzo dell’Assemblea Popolare – Non si può avere sullo stesso circuito della Linea 1 una delle stazioni più belle al mondo, come Toledo, e una delle più degradate. Ne va del decoro della stessa città di Napoli e dei suoi abitanti. Il Presidente della Regione De Luca, durante la sua campagna elettorale, promise solennemente ai cittadini di Scampia che nei primi cento giorni del suo mandato avrebbe sbloccato i lavori. Nulla di tutto ciò è avvenuto. Alla luce di questo stallo insopportabile, chiediamo al governatore un tavolo che veda la presenza dell’Eav, del Comune di Napoli, della Municipalità e di una delegazione di abitanti, per affrontare in modo definitivo e risolutivo la questione”. E non basterà sventolare la promessa dei fondi destinati dalla Regione alle infrastrutture, nell’ambito del “fiume di risorse” per Napoli annunciato il mese scorso. Stavolta servono scadenze certe.

(Foto www.change.org)

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