Si pente il boss casalese Nicola Schiavone: svolta indagini camorra-politica

Il figlio del capoclan Sandokan aveva preso il posto del padre, dopo l’arresto: dal 2010 era al 41 bis

Possibile svolta nelle indagini sui rapporti tra camorra e politica. Nicola Schiavone, primogenito del capoclan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, ha deciso di collaborare con la giustizia. Il rampollo del boss, in carcere dal 2010, sta scontando al 41bis gli ergastoli incassati per cinque omicidi: il triplice omicidio di Francesco Buonanno, Modestino Minutolo e Giovan Battista Papa, tre affiliati al clan uccisi per uno ‘sgarro’ a Villa di Briano, e per il duplice omicidio Salzillo-Prisco, avvenuto nel marzo 2009 a Cancello e Arnone. Per gli inquirenti sarebbe stato proprio Nicola Schiavone a prendere in mano le redini del clan dopo l’arresto del padre, catturato nel luglio 1998. Prima di lui, nel 2014, ha deciso di collaborare con la giustizia un altro boss di primo piano, Antonio Iovine, arrestato nel 2010 dopo 14 anni di latitanza. Schiavone jr  conosce molti segreti sugli affari del clan e le fortune accumulate con la gestione dei business criminali, a partire dai rifiuti. Gli inquirenti ritengono che dal pentimento possano arrivare importanti elementi per fare luce sulle relazioni tra camorra, imprenditoria e politica.

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