Scortavano Gigi D’Alessio, tornano in carcere agenti accusati di collusioni col clan Belforte

Il Riesame aveva annullato la prima ordinanza di custodia che aveva portato all’arresto di indagati ritenuti componenti di gruppi vicini alla cosca e dediti allo spaccio di droga nella zona di Marcianise

NAPOLI  –  Il 26 ottobre il Tribunale del Riesame aveva annullato le misure cautelari per un vizio di forma, perché riteneva che il Gip non avesse operato un’autonoma valutazione rispetto alla richiesta del PM. L’acquisizione di “nuovi” elementi investigativi rappresentati, dalle parole di Donato Bucciero, ritenuto il promotore dell’organizzazione, hanno indotto la Dda di Napoli a presentare al gip una nuova richiesta di misura cautelare. Ci sono anche i nomi dei tre 3 poliziotti ritenuti infedeli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Polizia di Stato di Caserta, nei confronti di 12 indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. I tre agenti, in servizio al Commissariato di Marcianise “in diverse occasioni – afferma la nota dell’Aggiunto Giuseppe Borrelli – utilizzarono l’auto di servizio per attività non istituzionali, tra cui effettuare ‘la scorta’ alla vettura di un noto cantante (Gigi D’Alessio, non coinvolto nell’indagine, ndr), per evitargli di giungere in ritardo in occasione di un suo impegno artistico. Peraltro tra loro, il Sovr. Albano Alessandro, come ammesso dallo stesso cantante, risulta essere uno degli uomini del suo staff, tanto da seguirlo nel corso di una tournée negli Stati Uniti, assentandosi dal posto di lavoro previa presentazione di falsa certificazione sanitaria”. Il provvedimento riguardava persone considerate vicine al clan Belforte già colpite, l’8 ottobre 2015, da un’ordinanza di custodia cautelare, che sarebbe stata annullata dal Riesame. Dalle indagini della Squadra mobile di Caserta era emersa la presenza di  due gruppi criminali impegnati nello spaccio di sostanze stupefacenti e ritenuti civini alla cosca di Marcianise. Il primo gestito da Donato Bucciero, il secondo dal pregiudicato Giuseppe Liberato. I gruppi, secondo gli inquirenti, godevano della complicità di tre poliziotti in servizio al Commissariato di Marcianise. Gli agenti in cambio di denaro o altre utilità avrebbero fornito notizie riservate per sfuggire alle indagini. I tre poliziotti sono accusati di aver effettuato arresti in flagranza di persone appartenenti ad altri gruppi criminali per garantire il monopolio nella vendita della droga nel territorio di Marcianise e comuni limitrofi da parte dei due sodalizi criminosi.

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