Da novembre 5 presunti emissari della camorra arrestati: l’ultimo caso ieri a Somma Vesuviana

NAPOLI – Sia nel capoluogo che in provincia, i carabinieri hanno intensificato il monitoraggio del territorio per prevenire il fenomeno delle richieste estorsive estemporanee, legate all’approssimarsi delle festività di fine anno, fatte a commercianti e piccoli imprenditori da soggetti riconducibili alla criminalità organizzata.

L’attenzione investigativa si è stretta laddove sono stati percepiti movimenti da parte di soggetti ritenuti gravitanti attorno a gruppi di criminalità organizzata attivi nelle diverse aree.

I primi arresti già a metà novembre scorso. Antonio Bonifacio, 38enne di Cercola, Giuseppe Esposito, 51enne di Casoria, e Antonio Venezia, 41enne di Napoli, tutti già noti e ritenuti contigui al clan Contini, sono stati sorpresi in flagranza dal Nucleo investigativo del Gruppo Castello di Cisterna a chiedere soldi al titolare di un esercizio pubblico della periferia Est di Napoli.

Alla fine del mese i Carabinieri della Compagnia di Casoria hanno arrestato Gennaro Sessa, un 23enne di Napoli, ritenuto vicino a elementi del cartello Amato-Pagano, attivo nella periferia a Nord del capoluogo e Melito. In questo caso la vittima il titolare della ditta edile di un cantiere attivo ad Arzano. Secondo la ricostruzione degli investigatori Sessa, in più occasioni, aveva avvicinato e minacciato pesantemente l’imprenditore, intimandogli di incontrare e pagare “gli amici”. Sessa venne arrestato dai carabinieri a fine novembre nella flagranza dell’ennesima richiesta estorsiva. Arresto poi divenuto misura cautelare dal parte del Gip del Tribuanale Napoli Nord. Stamattina è stato raggiunto in carcere dal provvedimento cautelare emesso dal Gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea che, nel frattempo, ha acquisito la titolarità dell’indagine.

L’ultimo arresto ieri sera, a Somma Vesuviana. I militari per alcuni giorni hanno seguito i movimenti di un uomo ritenuto vicino al clan Cuccaro, riscontrando circostanze in cui avrebbe avvicinato un commerciante. Ritenendo che il motivo fosse una richiesta estorstiva, hanno cominciato a filmare gli spostamenti del sospetto, riuscendo a organizzare un servizio proprio al momento del presunto scambio e riuscendo a riprendere persino il passaggio dei soldi, il “regalino di Natale”. In quel momento sono scattate le manette ai polsi di Pietropaolo Di Matteo, 33enne del posto, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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