I provvedimenti emessi dalla Dda di Napoli
BENEVENTO – Il provvedimento scaturisce dalla volontà di mettere fine a una serie di attentati dinamitardi iniziati lo scorso mese di novembre, ai danni di alcuni esercizi commerciali del Beneventano, tra cui una sala scommesse e un bar. Il clan, con modalità estorsive tipicamente mafiose riusciva ad ottenere il pagamento del pizzo che si aggirava su circa 2.000 euro a tranche da versare con scadenze regolari in alcuni periodi dell’anno, di preferenza Pasqua, Agosto e Natale. Salvo pretendere, con minacce esplicite, anticipi o fuori busta che raggiungevano cifre “una tantum” anche di 4.000 euro. La Squadra Mobile di Benevento ha eseguito quattro fermi emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti del capo e di affiliati al clan Sparandeo, accusati di estorsioni aggravate dalle modalità mafiose.
I FERMATI – Nell’operazione “Zio d’America”, in carcere sono finiti Saverio Sparandeo, 53 anni, detto “o’ butterato”, che era ai domiciliari, e Augusto Villani, detto “Ciaravella”, ritenuto il suo braccio destro. Identico provvedimento cautelare è stato notificato anche per altre due persone, ritenute affiliate all’organizzazione criminale. Per gli inquirenti, Saverio Sparandeo aveva preso in mano le redini del clan dopo l’arresto del fratello, Arturo, 62 anni, detto “Arturo o’ gruoss”, catturato dalla Squadra Mobile nel febbraio del 2013. Il capoclan impartiva disposizioni ed ordini ai propri accoliti affinché le attività estorsive proseguissero incessanti, usando come pseudonimo, appunto, “zio d’America”.
GLI ARRESTATI – Altre due persone, ritenute affiliate al clan Sparandeo, tra cui il figlio di uno dei cinque boss a capo dell’organizzazione criminale, sono stati arrestati, sempre per estorsione, dai carabinieri della Compagnia di Benevento. In carcere sono finiti Silvio Sparandeo, 24 anni, e Giuseppina Piscopo, 30 anni, convivente del fratello di Silvio, Corrado jr, entrambi figli di Saverio Sparandeo. Sono accusati di un’estorsione ai danni del titolare di una pizzeria di Ceppaloni dal quale si sarebbero fatti consegnare 800 euro. I due sono stati arrestati, una prima volta, lo scorso 26 gennaio. Il Tribunale del Riesame li ha scarcerati lo scorso 4 febbraio per l’inefficacia dei motivi procedurali.