Progettava attentati Isis, preso 23enne in provincia di Napoli

Il gambiano Sillah Osman doveva compiere azioni eclatanti in Spagna o Francia, insieme con il giovane di 21 anni Alagie Touray, preso lo scorso 20 aprile davanti alla moschea di Licola

Doveva compiere un attentato in Spagna o in Francia, insieme con il giovane di 21 anni Alagie Touray, preso lo scorso 20 aprile davanti alla moschea di Licola. Un cittadino gambiano, accusato di essere legato all’Isis, Sillah Osman, di 23 anni, è stato fermato a Napoli, nel corso di un blitz della digos e del ros dei carabinieri. Il gambiano ha partecipato,  a un duro addestramento in Libia, in una zona desertica, con il nome di battaglia di “Abou Lukman”. Touray girò e pubblicò su Telegram un video nel quale giurava fedeltà all’Isis e al califfo Al Baghdadi. Dalle indagini emerse che, sempre via Telegram, aveva ricevuto l’ordine di lanciarsi sulla folla con un’auto, come avvenuto Nizza.

 

LA PROCURA: “DICEVA DI SENTIRE LA VOCE DI ALLAH” –  Sillah Osman è stato fermato mercoledì scorso a Napoli da polizia e carabinieri che l’avevano convocato per l’identificazione sfruttando una sua richiesta di protezione internazionale. Sillah, in possesso di permesso di soggiorno provvisorio con scadenza nel 2019, aveva fatto richiesta di ammissione a un progetto Sprar. Nelle indagini coordinate dalla procura di Napoli, a cui ha collaborato l’Aise, decisivo è stato Alagie Touray, che ha fornito informazioni per individuare Sillah, che non era stato “attivato” ma è ritenuto pericoloso per la sua instabilità psicologica. Per tali motivi si è reso necessario un provvedimento di fermo, già convalidato dal gip. Nei giorni precedenti all’arresto aveva partecipato a una processione religiosa, in una località pugliese, durante la quale era tenuto sotto controllo nel timore di azioni eclatanti. Nel Cara di Lecce, dove alloggiava, gli investigatori sono anche riusciti a installare una videocamera che lo ha registrato mentre simula un attentato, mimando l’uso di un mitra. E in una conversazione con la moglie, che si trova in Gambia, si è definito un soldato di Dio che eseguiva il volere di Allah, del quale sentiva la voce. “Non stava preparando attentati nel nostro Paese ma è emerso un progetto importante che, verosimilmente, doveva essere eseguito in Europa” spiega il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, a margine di un incontro in Procura cui ha preso parte anche il direttore della Direzione Centrale di Prevenzione della Polizia, Lamberto Giannini.

 

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