Primarie in Campania, stavolta le truppe cammellate tradiscono De Luca

Zingaretti vince anche nella regione dove il governatore sosteneva lo sfidante Martina. Stoccata dal comitato del neo leader: “Numero di votanti molto ridotto a Salerno…”. Annunziata, successo bulgaro per la segreteria regionale. Ma liti e reclami non mancano neppure stavolta

Non basta la macchina organizzativa di Vincenzo De Luca: alle primarie, pure in Campania trionfa Nicola Zingaretti. Scontato, invece, il successo bulgaro di Leo Annunziata alla segreteria regionale. Il sindaco di Poggiomarino era il candidato di tregua fra le due aree principali del Pd campano, quella del duo Mario Casillo-Lello Topo e quella del governatore. Staccati Umberto Del Basso De Caro e Armida Filippelli. Ma l’exploit di Zingaretti rende vano il sostegno di De Luca (e Casillo) a Maurizio Martina. Dal comitato del neo segretario nazionale Pd, vicino al 70%, fanno sapere che “pure dalla Campania arrivano dati positivi con un numero di votanti molto ridotto a Salerno”. Una stoccata a De Luca, che puntava alla mobilitazione nel suo feudo, blindato con ben 16 seggi. In tutta la provincia i votanti, comunque, sono circa 9.000 ad un’ora dal termine. E nel resto della regione si segnalano file ai seggi, truppe cammellate, liti e reclami alla commissione. A Napoli le primarie mettono in scena un copione antico. Lunghe code per votare in mattinata, in particolare al Vomero ed al centro storico. Alle 18.30 erano circa 40.000 gli elettori in tutta la provincia, stimando un’affluenza finale di circa 50.000 elettori. Un episodio curioso a Chiaia, dove un gruppo di anziani stazionava fuori al seggio, prima dell’apertura. Erano tutti pronti a votare, ma senza sapere per chi. “Ci hanno detto di venire – raccontavano alcuni – ma non sappiamo il candidato da scegliere”. Sconosciuto anche il mandante: forse li avrà istruiti, nel frattempo.

 

Mal di pancia, invece, a Pianura. Un consigliere municipale estraneo al Pd avrebbe mobilitato “più di cento persone”, riferiscono presenti. Il consenso potevano esprimerlo anche i non iscritti al Partito democratico, va ricordato. “Il regolamento però – ribattono – prevede che un elettore, se firma, si riconosce nel quadro di valori e nel programma del Pd. Ma come puoi tu riconoscerti se sei iscritto ad un altro partito?”. E un picco anomalo di 300 votanti si registra nel circolo di Mercato Pendino, dove la media storica era di 50. La testata il24.it parla di una denuncia ai commissari. I tratti sono presi dalla mitologia di Achille Lauro: nella sezione qualcuno avrebbe distribuito pacchi alimentari. Sono in corso verifiche. E a Striano, in zona vesuviana, c’è perfino la serrata. Seggio chiuso e niente voto per la protesta del presidente Sandro Rendina. Il motivo? L’accusa ai dirigenti del partito di non aver condiviso, a livello locale, le liste dei candidati all’assemblea. Inutili i tentativi di fargli cambiare idea, dal segretario del circolo Pd, l’omonimo Nando Rendina. Il presidente del seggio risultava barricato in casa, con il kit di schede e materiale per il voto. Rituali, infine, i ritardi dei risultati. Fonti di partito avvisano che a Roma sono attesi non prima delle 2 di notte. Ma stavolta non c’entrano le faide tra capibastone: la colpa è di Napoli-Juventus, iniziata mezzora dopo la chiusura dei seggi. E quindi i verbali possono aspettare.

Gianmaria Roberti

(Foto Elio Tedone)

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