Omicidio Di Giovanni, si segue la pista di uno sgarro nel mondo della droga

L’agguato costato la vita al giovane ex calciatore: secondo le ultime indagini aveva abbandonato il calcio per lo spaccio di droga, in una piazza riconducibile al clan Vigilia

Secondo le ultime indagini il giovane aveva abbandonato il calcio per lo spaccio di droga, in una piazza riconducibile, al clan Vigilia, attivo alla periferia occidentale della città. Puntano al mondo della droga le indagini sull’omicidio di Renato Di Giovanni, consumato ieri a Napoli in via Epomeo, affollata arteria dello shopping del quartiere Soccavo. Lo scorso ottobre il 20enne era stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di spaccio di stupefacenti ed era sottoposto all’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria. Di Giovanni, ex calciatore nelle giovanili del Napoli, non era considerato un affiliato, ma non avrebbe potuto spacciare senza il consenso del clan. Una delle piste al vaglio è quella di uno “sconfinamento” del giovane, che avrebbe spacciato droga in una zona di Soccavo senza l’assenso della cosca, da tempo impegnata in una faida con il clan Sorianiello. Almeno sei i proiettili di grosso calibro esplosi da distanza ravvicinata contro la vittima alcuni dei quali diretti al cuore. Non ci sono dubbi: la missione dei sicari era quella di uccidere. Gli investigatori stanno anche accertando eventuali connessioni tra l’agguato di via Epomeo ed il ferimento di un 31enne avvenuto nel pomeriggio di ieri a in piazza Giovanni XXIII, al Rione Traiano, non distante dal luogo dell’omicidio ancora periferia occidentale della città. M.D.S,, già denunciato per spaccio di stupefacenti, è stato ferito di striscio da un colpo di pistola ad una gamba.

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