Napoli, Terme di Agnano: in scena un’altra commedia sulla pelle dei 17 lavoratori

Un ramo aziendale del Bene Comune trasferito ad una cordata imprenditoriale che sta accumulando profitti milionari

Terme di Agnano, domani 24 settembre a Palazzo San Giacomo, sede del governo cittadino di Napoli, andrà in scena una nuova commedia. Tanti attori protagonisti. Tante comparse. Tanti opportunisti. E’ prevista l’ennesima riunione indetta dagli assessori Teresa Armato e Chiara Marciani alla quale parteciperanno il Liquidatore delle Terme, Pietro Paolo Mauro e i sindacati per esaminare la situazione occupazionale ed economica dei 17 dipendenti dell’azienda partecipata da circa 20 mesi senza salari.

Stando ad alcune indiscrezioni trapelate dal Palazzo, gli esponenti della giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi e l’avvocatura comunale avrebbero un solo obiettivo: convincere la sezione fallimentare del Tribunale di Napoli a concedere il concordato preventivo per evitare il fallimento della società e la bancarotta per le disastrose gestioni economiche conseguenza(la bancarotta).

I bene informati sostengono che al termine della riunione di domani – dopo le false arrabbiature, le solite e annunciate occupazioni degli uffici comunali, le comparsate sindacali – dovrebbe essere redatto un verbale contenente un generico impegno di ricollocare i lavoratori e delle lavoratrici delle Terme di Agnano entro il 15 ottobre.

Da segnalare che l’amministrazione comunale si era impegnata a trovare una soluzione per i lavoratori e le lavoratrici entro il 15 Luglio impegnandosi a distaccarli presso le aziende partecipate Napoli Servizi e Abc. Impegno puntualmente disatteso.

Solito impegno generico non rispettato da mesi. Solito giochi delle parti tra sindacati consociativi e neo-consociativi e amministrazione comunale. Solito “fumo con la manovella”. Commedie che vanno in scena sulla pelle dei lavoratori.

Il verbale servirebbe unicamente al Comune e al Liquidatore, come una “pezza d’appoggio” da consegnare entro la fine del mese al presidente della settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa per ottenere il decreto di omologazione del concordato preventivo. Un obiettivo che gli assessori comunali vorrebbero raggiungere sacrificando i diritti collettivi dei dipendenti delle Terme.

Emerge anche una situazione ambigua e anomala sul piano politico e aziendale. Disastrose le scelte politiche e amministrative assunte dall’attuale e dalle precedenti amministrazioni comunali. I reparti più produttivi delle Terme, piscine termali all’aperto, centro benessere e un parcheggio sono stati ceduti – grazie al trasferimento di un ramo aziendale – alla TDA Srl, società con un capitale sociale di 110 mila euro, soci Andrea Varriale (esperto nel settore dell’ospitalità e dell’intrattenimento) e Irene e Federica Vanacore.

Nell’area a “gestione privata” vengono organizzate serate ed eventi, bracerie, concerti, concertini con ingresso giornaliero a pagamento. Un vero e proprio giro di affari milionario. Irrisorio il canone annuo pagato dalla cordata imprenditoriale al Comune. E nell’area privata, spesso, si tengono convegni ed eventi promossi dal Partito Democratico, il partito del sindaco Manfredi, il principale partito della maggioranza politica che sostiene l’attuale governo cittadino. Alcuni mesi fa si è tenuto un incontro con la parlamentare piddina Pina Picierno per festeggiare la sua rielezione nel Parlamento Europeo. E non finisce qui. Addirittura l’assessorato al turismo del Comune di Napoli ha organizzato gli eventi della rassegna “Estate a Napoli” nell’area affittata ai privati mentre le strutture, l’albergo, le piscine dell’area pubblica, del Bene Comune Terme di Agnano, sono abbandonati e cadono a pezzi.

Evidentemente il destino delle Terme di Agnano sarebbe già segnato, definito: dopo il decreto di omologa del concordato, il bene comune potrebbe essere acquistato a “prezzi politici” dalla stessa cordata imprenditoriale che attualmente gestisce l’area cosiddetta benessere. Un’operazione che si realizzerebbe con il consenso, silenzio-assenso politico e sindacale comprese le cosiddette associazioni antagoniste del territorio.

E’ francamente singolare che un’azienda partecipata comunale rischia di essere svenduta a piccole lobby locali nell’indifferenza degli esponenti istituzionali e consiliari di Palazzo San Giacomo e di Via Verdi. Una vicenda ambigua che meriterebbe di essere attenzionata dalla Procura della Repubblica di Napoli e dalla Corte dei Conti

Terme di Agnano, un pò di storia

La Società “Terme di Agnano S.p.A. in liquidazione” è partecipata al 100% dal Comune di Napoli, ed è l’unica concessionaria per lo sfruttamento delle acque termali, giusta concessione della Regione Campania D.M. del 12/06/1941.

La Società è stata posta in liquidazione con delibera dell’Assemblea del Socio Unico Comune di Napoli del 17 giugno 2016.

Il 28 luglio 2016, dopo tre tentativi di gara non andati a buon fine, il dott. Gianluca Battaglia firma il contratto di fitto di azienda, concedendo in affitto per la durata di anni trenta il “Complesso Terme di Agnano” alle Nuove Terme di Agnano Srl cedendo anche i 59 dipendenti.

Il 7 aprile 2017, a seguito delle dimissioni del dott. Battaglia, è stato nominato il dott. Massimo Grillo nuovo liquidatore della Società.

Le Nuove Terme di Agnano Srl gestiscono l’azienda fino al 7 febbraio 2018, data di risoluzione contrattuale per vari inadempimenti dell’affittuario.

Con la risoluzione del Contratto di Affitto d’Azienda, la società Terme di Agnano S.p.A. in liquidazione torna nella piena disponibilità del “Complesso Terme di Agnano” e rientra anche il personale ceduto all’Affittuario.

A seguito della consegna del Complesso, la società Terme di Agnano S.p.A. in liquidazione, ha dovuto constatare danni gravissimi al patrimonio aziendale, al punto che è risultato inidoneo sia dal punto di vista normativo che imprenditoriale l’esercizio di diverse attività inizialmente cedute funzionanti, quali il centro benessere, l’albergo, il centro congressi. L’unico settore funzionante risultava il reparto sanitario.

Non potendo gestire il solo reparto sanitario con tutti i 59 dipendenti, a seguito di una lunga serie di incontri, è stato stipulato un Accordo Sindacale (il 30 maggio 2018) che prevedeva il distacco di una parte del personale presso altre società partecipate del Comune.

Al termine del distacco (durato circa 20 mesi) n. 32 dipendenti sono passati definitivamente in Asia Napoli S.p.A., n. 6 sono andati in pensione, n. 2 hanno rassegnato le proprie dimissioni perché hanno trovato altre occupazioni; n. 1 è, purtroppo, deceduta.

Sono quindi rimasti in carico solo n. 20 dipendenti con i quali viene riaperto il reparto sanitario (Inalazioni, Stufe e Fanghi) dal 12.02.2018.

Il 13.12.2019 il C.C. Nas di Napoli, avendo riscontrato delle carenze igienico-strutturali nel complesso termale, ha disposto la sospensione delle attività sanitarie.

Mentre erano in corso gli interventi di manutenzione, la pandemia da Covid-19 ha comportato comunque la chiusura dello stabilimento termale.

Dal 31.8.2020, risolti i problemi delle carenze igienico-strutturali e stabilizzatasi l’emergenza derivante dal Covid-19, si è ripresa l’attività sanitaria pur senza poter utilizzare le Stufe e senza poter eseguire le inalazioni per i divieti imposti dall’Ordinanza Regionale n. 52 del 6.05.2020 in materia di Covid-19.

Il 15.11.2020, a causa del nuovo acuirsi della crisi pandemica che ha portato a considerare zona rossa anche la Campania, si è deciso di interrompere l’attività del settore sanitario, collocando tutti i dipendenti in cassa integrazione fino al mese di marzo 2022.

Ciro Crescentini

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