Napoli, strana vicenda di Catello Maresca: la mattina Pm, il pomeriggio candidato a sindaco di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo

Che Napoli fosse una città strana e particolare questo è sempre stato noto ai più, visto che in dieci anni di giunta De Magistris ne abbiamo viste di cose strane, come ad esempio i rimpasti di giunta come se fossero due giocatori che si danno il cambio durante una partita di serie D.

Quello che però sta accadendo in questi mesi ha qualcosa di surreale e di irrispettoso, perché forse deriva dalla spasmodica voglia di protagonismo del diretto interessato: un noto ed importante Pubblico Ministero dato quasi per certo come candidato a nuovo sindaco di Napoli per il centro-destra, una persona che, per ben intenderci, la mattina rappresenta la pubblica accusa nei processi e il pomeriggio va in giro a svolgere comizi con i alcuni esponenti di Forza Italia e Lega.

Che quella dei magistrati in politica fosse una piaga del nostro sistema, è altrettanto nota come le vicende di cui sopra, visto che nella storia abbiamo magistrati come Di Pietro, il quale prima inquisiva l’intero sistema politico definendolo marcio, per poi diventarne complice; poi ci sono vicende come quella di Giuseppe Ayala, Pubblico Ministero al Maxi processo alla mafia, poi parlamentare e di nuovo magistrato, o anche Michele Emiliano, che è stato per anni un magistrato -politico, visto che per un decennio è rimasto in aspettativa, vantandosi di essere ancora un membro del nostro ordinamento giudiziario.

Ma è forse un unicum, quello di  candidarsi nel comune dove si esercita l’azione penale da un decennio e questo fa emergere il legittimo sospetto che fosse in atto una politicizzazione dei processi, quindi che l’azione penale non fosse esercitata in nome del popolo, così come prescrive l’articolo 101 della Costituzione, bensì che venisse esercitata in modo discrezionale e a fine personale, ledendo gli articoli 3 e 111 Cost., poiché, se così fosse, il processo potrebbe essere inquinato da motivazioni personali e di conseguenza risulterebbe essere stato  iniquo e, in determinati casi, anche ingiusto.

Oltretutto, su alcuni comizi del PM in questione sono storte diverse polemiche: in data 29 gennaio, in piena pandemia con i contagi che crescevano, era stato organizzato un evento in piazza con tanto di assembramenti e di persone senza mascherine; di fatto qualcuno ne ha invocato le dimissioni da pubblico ministero, visto che non è possibile che un Magistrato così esposto possa lanciare un messaggio così negativo.

L’ambiguità di Catello Maresca nuoce all’autonomia e all’indipendenza stessa della magistratura, visto che c’è stato anche un endorsement ufficiale da parte di Matteo Salvini – rinviato a giudizio per sequestro di persona – il quale ha affermato di aver più volte incontrato il suddetto magistrato , facendo inoltre intendere che sono in corso le trattative fra il cdx e il presunto candidato-non candidato. Insomma sussiste una fattispecie analoga a quella di un anno fa, ovvero quando lo stesso personaggio era il papabile sfidante di Vincenzo De Luca, salvo poi sfilarsi all’ultimo, cioè quando i sondaggi lo davano per sconfitto al 99,9% alle elezioni regionali.

Tutto questo dimostra la doppiezza e l’ambiguità della persona di Catello Maresca, forse più interessato agli incarichi e al protagonismo, piuttosto che alla tutela dell’ordine giudiziario e delle garanzie costituzionali.

Se una situazione simile fosse accaduta con il csx probabilmente la destra avrebbe urlato allo scandalo, alle toghe rosse e alla politicizzazione della magistratura e invece ora, chiunque si permetta di compiere delle legittime considerazioni, è etichettato come una della tante zecche rosse che attaccano un pubblico ministero indefesso, che va perfino nelle scuole a parlare di giustizia e di moralità, anziché dimettersi da magistrato e sciogliere la riserva.

Ma un problema esiste e persiste, visto che al Consiglio superiore della magistratura si è rivolto il procuratore generale di Napoli Luigi Riello, ma per ora l’organo di autogoverno fa finta di non vedere, forse più assorto dal Palamara Gate che interessato a salvare quel poco che resta della grande magistratura italiana.

Al di là delle questioni giurisprudenziali e della totale assenza di norme sull’incandidabilità dei magistrati, vi è una chiara questione morale che cade anche nel ridicolo: un pubblico ministero si candida con un partito il cui fondatore inquinava i processi con leggi ad personam, poi annullate dalla Corte Costituzionale, dove poi i bracci destri dello stesso leader o sono interdetti dai pubblici uffici o hanno subito condanne per concorso esterno in associazione mafiosa, inoltre per garantirsi l’ennesima assoluzione da un processo per prostituzione minorile, sempre lo stesso leader fa in modo che il proprio avvocato diventi sottosegretario alla giustizia, tale è il caso di un certo Francesco Paolo Sisto.

Di tutto questo e della dubbia moralità, non solo personale, dei propri capi partito, cosa ne pensa Catello Maresca?

Se è vero che la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che i modi e le modalità con cui ricopriamo i nostri ruoli e svolgiamo il servizio allo Stato determinano la società che vogliamo costruire. Pertanto Catello Maresca, che ricordiamo essere già la seconda volta in un anno che agisce in un modo così scorretto, si dimetta a prescindere dall’esito di questa vicenda, perché nella vita bisogna avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità; altrimenti il Ministero della giustizia e il CSM procedano con un’azione disciplinare ai sensi dell’articolo 107 Cost. E trasferiscano il suddetto in una diversa località, così da salvaguardare la dignità della magistratura stessa.      

Francesco Miragliuolo Segretario dei Giovani Democratici di Fuorigrotta

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