Napoli, presidio di lotta davanti Palazzo San Giacomo: “il Comune chiude gli asili nido senza indicare alternative”

Rischiano di rimanere a casa 54 bambini del quartiere di Materdei

Oggi presidio di lotta promosso davanti Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli contro la decisione assunta dall’amministrazione comunale di dismettere l’asilo nido ‘Rocco Jemma’. L’iniziativa è stata assunta dai genitori di 54 bambini che non si sa dove andranno l’anno prossimo.
Il Comune – spiega un genitore – ha individuato due nidi che appartengono alla Municipalità  ma non in Materdei. Noi abbiamo proposto delle strutture, come la Casa dello Scugnizzo, ma durante l’ultima riunione con l’assessore comunale Striano non ci hanno detto se stavano valutando strutture nel quartiere mentre alcune sono al vaglio dell’Asl. Non sappiamo altro per i nostri bimbi”.

Fabrizio, papà  di un bimbo di due anni, spiega che “c’è una forte frustrazione nei confronti dell’amministrazione che perpetua il disinteresse totale nei confronti di famiglie e nell’educazione dei bambini. Al di là  che parliamo di liceo, materna o asilo nido, la scuola resta il luogo dove i bimbi si confrontano e crescono insieme, non è la stessa cosa di avere una baby sitter o stare col nonno. Ma vediamo un disinteresse amministrativo totale. Abbiamo incontrato l’assessore comunale Striano ma alla fine non ci sono state risposte reali, l’unica certezza pare essere la demolizione. Sono stati fatti nomi di alternative ma senza certezze. Io sono nato a Materdei e resta il ricordo di una scuola che sta là da sempre come sinonimo di qualità. Abbiamo ora scoperto dalle chat che non sia a norma”.

Immediata la replica di Maura Striano, assessore comunale all’istruzione. “L’asilo pubblico Rocco Jemma nel quartiere napoletano di Materdei ha problemi di stabilità  sismica” e quindi “anche se la sovrintendenza ci desse un responso negativo sull’abbattimento resterà lì, ma non si potrà  mai più usarlo a uso scolastico”.
Ci sono problemi statici – spiega Striano – e abbiamo una decisa richiesta di intervenire. Ma, ripeto, anche se non viene abbattuto, i genitori non pensino che resti asilo, da settembre si chiude“.
L’edificio è storico. Il governo cittadino attende il responso della sovrintendenza per capire se procedere all’abbattimento e ricostruire in sicurezza per ricominciare ad usarlo come asilo nido del quartiere:

Se ci dicono – conferma Striano – di poter fare lo sventramento dell’edificio allora vedremo come abbatterlo e ricostruirlo. Intanto anche nel dialogo con la Municipalità  ho spiegato che useremo la capienza che c’è dei nostri nidi nella zona che siano certificati dalla norma regionale e abbiano il codice Asl. Tra le possibilità c’è che i bimbi vadano all’asilo Cairoli o al Fanciulli che sono già  adibiti a nido e certificati. Lì le capienze ci sono ma le famiglie si lamentano perchè in particolare il Cairoli è complicato da raggiungere in un vicolo. Se i cittadini trovano un luogo diverso nella zona di Materdei ci vogliono però le valutazioni tecniche e dell’Asl per usarle”

Presenti alla manifestazione la consigliera regionale Maria Muscarà.

La città apprende dalla stampa la decisione del Comune di demolire e ricostruire – con fondi PNRR – 5 edifici scolastici, ma a metà Gennaio l’assessora alla (d)istruzione Maura Striano non ha ancora comunicato dove verranno ricollocate le scuole e i nidi coinvolti durante i lavori – sottolinea Muscarà – Non solo: mentre tra le scuole individuate (sparse tra Colli Aminei, Secondigliano, Piscinola, Barra) ce n’è almeno una – la Rocco Jemma di Materdei – che non sembra proprio avere urgenza di essere addirittura demolita, ce ne sono altre escluse da questi interventi che sono state Evacuate, a inizio 2023, perché inagibili. E’ il caso del Nido Marcellino a Via Manso. Arriviamo così a 6 edifici, già chiusi o che chiuderanno in pochi mesi, senza che si sappia ancora:- dove saranno ricollocate le bambine e i bambini- come sono state scelte le scuole, visto che evidentemente ce n’erano e ce ne sono altre con gravi problemi strutturali- perché si è deciso di demolire e ricostruire invece di intervenire per riabilitare più edifici”.

Il Comune è talmente trasparente che nemmeno i dirigenti scolastici delle scuole coinvolte sanno nulla – sottolinea ancora Muscarà – Forse chi governa questa città pensa di essere il Re Sole nella Francia dell’assolutismo. Noi invece continuiamo ad essere ostinatamente convinti di avere diritto a trasparenza, informazione e controllo dal basso; quindi saremo davanti al Municipio per chiedere una risposta a tutte le nostre domande.In una città come la nostra, agire in questo modo con le scuole è semplicemente criminale: chi iscriverà i propri figli in una scuola che sa che sarà demolita, con sedi precarie, chissà per quanto tempo? Si rischia, sul medio periodo, l’ulteriore depauperamento dei nostri quartieri.Noi non lo accettiamo e non ci arrendiamo – conclude Muscarà – tutte e tutti in piazza per rivendicare il diritto alla scuola – pubblica, diffusa, sicura – per tutta la città!

CiCre

(Foto copertina Ansa)

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