Il settore costruzioni e quello delle gare d’appalto rischia di trasformarsi in una giungla senza regole
“Un dramma sociale che deve diventare priorità per il Paese”: con questo obiettivo le organizzazioni sindacali dei lavoratori edili, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil sono scese oggi in piazza in sei città italiane per rivendicare, ancora una volta, la sicurezza nei luoghi di lavoro, dopo la serie di infortuni mortali che si è registrata in diversi territori.
Presidi di lotta e iniziative si sono tenuti a Roma, Ancona, Napoli, Palermo, Alessandria e anche a Bergamo.
Nel capoluogo campano circa 300 persone hanno manifestato davanti alla sede della Prefettura in piazza Plebiscito. “Il decreto semplificazione deve accelerare l’apertura dei cantieri senza mettere in discussione il sistema di regole che tutelano la vita e la dignità delle persone – ha affermato Andrea Lanzetta leader della Feneal Uil campana – Affidare i lavori con il massimo ribasso significa realizzare opere di scarsa qualità con effetti devastanti sui diritti dei lavoratori”
Infortuni mortali causati non dalla fatalità ma da una scellerata organizzazione del lavoro che mette al centro i profitti sacrificando la vita delle persone. Gli incidenti sul lavoro si intensificano per colpa di sistemi aziendali basati sul subappalto e i lavori affidati con il massimo ribasso.
E’ lunghissimo l’elenco delle persone morte sul lavoro nel 2021 in Campania. Alla lista si aggiunge anche Matteo, l’operaio impiegato al porto di Salerno deceduto nella notte dopo un incidente che gli è costato la vita. Ad oggi sono 29 i morti sul lavoro in Campania, dieci dei quali nel settore dell’edilizia e tre con meno di 40 anni. In Italia se ne contano già 191.
I loro nomi, pubblicati su un cartellone insieme alle loro storie di vita, sono stati affissi fuori alla sede della Prefettura di Napoli nel corso del presidio di lotta organizzato dai sindacati. Le foto di coloro che hanno perso la vita mentre lavoravano sono state disposte su un tappeto di foglie, rose rosse e caschetti antinfortunistici. Tanti operai si sono riuniti in piazza indossando i caschi, maschere e tute bianche ‘sporcate’ di vernice rossa, come il colore del sangue perduto da chi è morto sul lavoro.
In Campania il primo morto sul luogo di lavoro del 2021 è stato Alfonso Cassese, 54 anni, tecnico dell’Enel morto in provincia di Caserta il 2 gennaio. Al suo nome si aggiungono quelli di giovani operai come Salvatore Sasso 36enne, morto a Bellizzi (Salerno), di Gerardo Cimmino e Carlo D’Angelo, morti lo stesso giorno in provincia di Caserta. Il primo è deceduto dopo un volo di dieci metri da una impalcatura, il secondo, agricoltore, è stato schiacciato dal trattore che guidava.
A Napoli, Gerardo Gramaglia, 54 anni, dipendente dell’azienda dei rifiuti Asia, ha perso la vita dopo un tragico incidente, come Enrico Waure, 63 anni, caduto mentre eseguiva lavori edili a Fuorigrotta. Salvatore Brancaccio aveva invece 40 anni, era un dipendente dell’Eav ed è stato travolto da un furgone. Ad Avellino la 55enne Maria Scarnecchia ha perso la vita in un incidente stradale mentre lavorava. Era il 12 maggio e quello stesso giorno nell’avellinese moriva un 34enne romeno, schiacciato da un pesante macchinario nel panificio dove lavorava.
Alla lista si aggiungono altri volti e altri nomi, come quello del salernitano Matteo Leone, morto nella notte dopo un incidente sul lavoro al porto di Salerno. Dopo la notizia del decesso del ventinovesimo lavoratore, le organizzazioni sindacali hanno proclamato un’ora di sciopero nazionale per la giornata di oggi.
Preoccupanti gli orientamenti del governo nazionale. Mentre la norma attuale prevede che nel subappalto vigano “gli stessi prezzi unitari” della gara, che l’affidatario paghi al subappaltatore “i costi della sicurezza e della manodopera” senza alcun ribasso e controlli costantemente che tutto si svolga avendo come riferimento un sistema di regole, essendo “responsabile in solido” in caso di incidenti, la bozza del nuovo Decreto Semplificazione del governo Draghi dice: “L’affidatario, per le prestazioni affidate in subappalto, deve garantire gli stessi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto”. In pratica con i subappalti gli affidatari se ne laveranno le mani e controlli e sicurezza andranno a farsi friggere.
Questo, insieme a tutte le semplificazioni ambientali previste. Il settore costruzioni e quello delle gare d’appalto rischia di trasformarsi in una giungla senza regole, dove i grandi appaltatori saranno sempre gli stessi, molto probabilmente legati alle mafie, che da sempre “investono” per realizzare le opere pubbliche.
Ciro Crescentini