
È stato individuato dalla polizia grazie all’ascolto di testimoni e ai video degli impianti privati di videosorveglianza presenti in zona e rintracciato questa mattina nella zona dei Quartieri spagnoli
Un decreto di fermo, emesso dalla Procura per i minorenni di Napoli, è stato eseguito dalla polizia a carico di un ragazzo di 16 anni residente ai Quartieri Spagnoli, accusato dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a colpi d’arma da fuoco alle 4:30 di oggi, nei pressi di un pub in piazza Municipio, a Napoli.
Il minore, che ha ammesso le sue responsabilità durante l’interrogatorio, è indagato per omicidio aggravato, porto abusivo di arma da sparo e ricettazione e ha precedenti per tentato omicidio e truffa.
È stato individuato dalla polizia grazie all’ascolto di testimoni e ai video degli impianti privati di videosorveglianza presenti in zona e rintracciato questa mattina nella zona dei Quartieri spagnoli
La vittima è stata ferita mortalmente da più colpi d’arma da fuoco, esplosi dal 16enne all’esterno di un pub dopo una lite per motivi di parcheggio.
La lite è scattata all’alba, intorno alle 5: il 24enne era in compagnia della fidanzata. Sarebbe stata lei, secondo alcune testimonianze, a innescare l’alterco
L’omicidio di Giovanbattista Cutolo ha commosso l’ambiente della musica napoletano, dove era conosciuto per il suo impegno.
“Era un cornista di talento, lo sguardo limpido e sincero, appassionato e amoroso nei confronti del suo strumento, del vivere in orchestra, del fare parte di una comunità come quella della Scarlatti. Era un ragazzo sempre sorridente, educato e rispettoso nei confronti di tutti, del suo lavoro, della musica stessa”, lo ricorda Beatrice Venezi, direttrice della Nuova Orchestra Scarlatti. Che si sfoga: “Cosa siamo diventati? Animali? No, gli animali non uccidono per crudeltà, ma solo per necessità. Siamo feccia. Dove sono finite la solidarietà, l’empatia, il senso di comunità che contraddistingueva la nostra società italiana? Siamo l’ombra di noi stessi, zombies che vivono solo nella notte dell’umanità. Corpi vuoti senza anima”.
Articolato e significativo il post su Facebook di Daniele Sepe, musicista e artista napoletano. “Ucciso a pistolettate per futili motivi, ucciso da un sedicenne armato di pistola. Per un parcheggio. Suonava il corno, lo incontravo spesso sotto casa mia. Inaccettabile – sottolinea Sepe – bisognerebbe chiedere a tutti questi sceneggiatori, attori, registi, produttori se con tutte le serie di Gomorriadi con cui hanno subissato la cervella già non sane di suo di due generazioni, gli chiederei, umilmente, se pensano che poi, oltre ai soldi, pensano di aver fatto un buon lavoro. Ve ne dovete comprare tutte medicine, perché non siete esattamente né Don Milani, né Pasolini“.

Sull’omicidio di Giovanbattista è intervenuto il sindaco Gaetano Manfredi al termine del comitato per l’ordine pubblico con la Premier e tre ministri a Caivano: “Ho sempre sostenuto che l’emergenza educativa è il vero tema. In questo caso vediamo che l’omicida non era solo un ragazzino ma un criminale, che faceva parte di una banda di rapinatori – ha detto Manfredi – Questo uso eccessivo delle armi, la violenza spesso cieca, derivano dalla disgregazione del tessuto familiare e sociale ma pongono anche la necessità di avere un maggiore impegno sulla scuola. L’ho chiesto anche al ministro Valditara – ha aggiunto il sindaco di Napoli – abbiamo bisogno di più tempo pieno perché soprattutto nel periodo delle elementari e delle medie c’è necessità di una presenza educativa più forte ovunque. L’episodio di oggi mostra una violenza non dico irrazionale ma inaccettabile. L’omicida era armato e faceva parte di una banda di rapinatori. Abbiamo dei criminali che indipendentemente dall’età devono essere trattati come tali”.

Sulla tragedia è intervenuto anche lo scrittore Maurizio De Giovanni: “non è possibile stare in silenzio in questa situazione: i ragazzi che perdono la vita nel nostro territorio sono vittime di una tragedia culturale”. “Abbiamo l’obbligo di creare cultura – ha sostenuto lo scrittore – unico antidoto a queste e altre tragedie che purtroppo nell’estate 2023 si stanno moltiplicando”.
Durissima dichiarazione dell’ex consigliere comunale Raffaele Ambrosino: “Da lassù, in paradiso, perdona tutti noi Giovambattista, che non abbiamo fatto e non facciamo abbastanza per contrastare questa assurda e incontenibile violenza tutta napoletana – ha sottolineato Ambrosino – A piazza Municipio, sotto il balcone del Sindaco, a pochi metri da quello del Questore, a qualche decina da quello del Prefetto. Un bravo ragazzo, un musicista, giovane, nel pieno della vita, del sognare il futuro, della speranza, orgoglio dei suoi genitori che non avranno abbastanza lacrime per piangere il figlio che non c’è più – ha evidenziato Ambrosino – Alle loro lacrime aggiungo le mie di uomo, di cittadino, di genitore, di padre. Non c’è più Giovanbattista, non c’è più per colpa di questa maledetta città abitata da diavoli, dove la violenza è linguaggio di vita, dove non bastano scuole, biblioteche, palestre, teatri, cinema, sport che pure si fa di tutto per alimentare”.

Parole durissime. “Violenza che trovi ad ogni angolo di strada, mille abusi, mille irregolarità, tanta maleducazione con i “grazie” gli “scusa” i “buongiorno” e i “buonasera”, anche quelli sempre più rari – conclude Ambrosino – Animali delinquenti sempre più giovani, quasi bambini, che sparano, accoltellano come fosse un videogioco, con la mente offuscata da droghe, alcool e Tik Tok. Abbassare l’età punibile, ora! Una manifestazione di tutta Napoli per dire basta! Subito!”
Ciro Crescentini