Continua la lotta dei senza lavoro partenopei
I disoccupati del Cantiere 167 di Scampia e del movimento 7 Novembre hanno occupato una stanza del palazzo del consiglio comunale di Napoli. L’iniziativa di lotta è stata promossa per sollecitare le istituzioni locali e nazionali ad accelerare le procedure atte a chiudere definitivamente e positivamente la vertenza sociale in corso. I senza lavoro chiedono l’attivazione di un piano di Formazione per l’inserimento lavorativo dei disoccupati/e nei settori riguardanti le esigenze, i bisogni sociali quindi per lavori socialmente necessari su diversi possibili settori d’intervento tramite progetti per:
1) La messa in sicurezza dei territori, la prevenzione contro roghi e sversamenti illeciti, la raccolta differenziata ed i servizi legati al ciclo dei rifiuti, il contrasto al dissesto idrogeologico affiancato ad un serio programma per le bonifiche, la prevenzione e mitigazione dei rischi naturali e antropici con azioni di miglioramento dei sistemi di gestione del rischio e la gestione eco-compatibile dei rifiuti industriali per il superamento di un approccio emergenziale che rincorre smottamenti del terreno, inquinamento da polveri sottili, alluvioni e frane, il piano di formazione per mansioni di controllo, monitoraggio e cura del territorio anche come utile argine per le infiltrazioni criminali ecc…
2) La valorizzazione del patrimonio culturale, l’incremento e la qualifica ulteriore della fruizione pubblica dei beni culturali attraverso l’apertura delle chiese in orari prolungati rispetto a quelli liturgici, prevedendo svolgimento di eventi culturali rivolti a platea dedicata e visitatori: potenziare l’offerta turistica e culturale del territorio mettendo a sistema il patrimonio culturale dell’area metropolitana in sinergia con altri soggetti portatori di interesse pubblico per il territorio (scuole, associazioni, enti culturali etc…)
3) La lotta allo spreco alimentare, interventi volti al recupero e alla redistribuzione delle eccedenze alimentari, la costituzione da parte degli enti di cooperative per il recupero e riutilizzo a breve termine di tali eccedenze alimentari della grande e media distribuzione sul territorio metropolitano, tramite il coinvolgimenti di centri commerciali, supermercati, ristoranti, negozi alimentari che insistono sul territorio cittadino che da subito possono garantire la realizzazione della rete solidale metropolitana.
4) La manutenzione delle poche spiagge a disposizione, la tutela e controllo del litorale cittadino da San Giovanni a Teduccio a Bagnoli con le 7 spiagge cittadine: Lido comunale di Bagnoli, Spiaggia delle Monache, Largo Sermoneta, Rotonda Diaz, Arenile di Via Boccaperti, Arenile I Vico Marina di San Giovanni a Teduccio, Arenile II Vico Marina di San Giovanni a Teduccio (dalla tutela dell’ambiente, alla manutenzione e pulizie delle spiagge, l’aiuto a disabili per l’accesso ai servizi, controllo dei flussi, sviluppo delle opere di ripascimento e rifunzionalizzazione del litorale, la pulizia quotidiana da rifiuti in plastica usa e getta nonché da vuoti a perdere, nonché il conferimento di detti rifiuti negli appositi cassonetti, in coordinamento per la raccolta con l’azienda Asia ecc…)
5) Decoro urbano e vivibilità: manutenzione stradale, cura del verde, riapertura e ripristino spazi inutilizzati, supporto gestione eventi per la città tramite l’affiancamento dei disoccupati/e alle Cooperative 25 Giugno e Primavera 3, coinvolgendo il commissario governativo ed il Ministero degli Interni per dare la possibilità di rinnovare l’esperienza di queste cooperative destinate a “concludersi” con lo svecchiamento delle platee di lavoratori oggi operanti in supporto alle aziende partecipate del Comune di Napoli. Anche se non è compito nostro individuare anche le soluzioni, questa è la dimostrazione che il Movimento dei disoccupati/e sa bene quali priorità indicare e l’elenco potrebbe continuare su tanti altri tempi legati ai servizi territoriali, servizi alle persone, alla terza età, all’accoglienza ecc…
6) Clausole sociali per i disoccupati/e di lunga durata nei capitolati d’appalto di tutti i lavori di riqualificazione e rigenerazione urbana previsti per i S.I.N. e le aree oggetto di progettazioni straordinarie ed ordinarie da Napoli Est a Napoli Ovest.
COME CONCRETIZZARLI? Tramite le risorse ordinarie ed europee o anche le risorse del PNRR ed altri finanziamenti come quelle previste dalla Legge di Bilancio (vedi il comma 249 e la possibilità di Patti territoriali per la Transizione Ecologica per progetti formativi e di inserimento al lavoro) collegati al programma di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (G.O.L.) che per la Campania destina 124 milioni di euro per la formazione al lavoro per fasce svantaggiate al quale affiancare dei protocollo integrativi tra Ministeri ed Enti locali per orientare la formazione rispetto alle esigenze pubbliche e non solo ai profili richiesti dal mercato privato delle aziende.
Oppure quelle previste dal D.L. 152/2021, convertito con modificazioni dalla L. 233/2021, che prevede l’assegnazione di apposite risorse alle città metropolitane in attuazione della linea progettuale «Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2» nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per un ammontare complessivo pari a 2.493,79 milioni di euro per il periodo 2022-2026, dove l’importo destinato alla Città Metropolitana di Napoli, calcolato secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 21, e come da Allegato 1 del D.L. 152/2021, è pari a € 351.207.758 ripartiti in sei anni, dal 2021 al 2026.
A questi si aggiungono le risorse dell’avanzo libero della Città Metropolitana o anche le risorse PON-FSE o ancora misure specifiche dirette da parte del Ministero. O ancora il finanziamento dei piani comunali di protezione civile e potenziamento della sorveglianza e del monitoraggio delle aree vulcaniche o destinati alla prevenzione dei rischi naturali (per quanto riguarda i temi della messa in sicurezza dei territori)
CON QUALI STRUMENTI? Tramite per esempio l’Accordo per la Promozione della Sicurezza Integrata che è stato “recentemente” firmato in Prefettura (ed era stato pubblicizzato come strumento importante anche per la nostra vertenza) stipulato ai sensi dell’art.3 del d.l. n°14/2017 convertito, con modificazioni, dalla l.n. 38 del 18/04/2017 che con l’art.11 prevede Tavoli straordinari anticrisi per prevenire le situazione di disagio sociale fornendo la possibilità di affiancare al tavolo interistituzionale (già esistente per la nostra vertenza) ed alcune procedure urgenti per situazioni di crisi legate al problema della crisi del lavoro, disoccupazione ed occupazione.
Tramite il coordinamento tra le istituzioni che attorno a queste progettualità possono con protocolli d’intesa e piattaforme specifiche individuare le mansioni e figure specifiche per costruire e formale i profili necessari per tali progettazioni. Per esempio prevedere la formazione di disoccupati, anche scarsamente qualifica, in mansioni di controllo, monitoraggio e cura del nostro territorio può essere un primo passo per immaginare la nascita di un ciclo virtuoso che non rincorre l’emergenza o le grandi opere, ma che al contrario mette al centro le comunità e da vita ad un ciclo di messa in sicurezza che può vedere anche l’utilizzo di mano d’opera altamente qualificata, in un secondo momento, o l’ingresso del mondo dell’accademia e della ricerca scientifica che l’attuale amministrazione dovrebbe anche conoscere bene. Tramite il coinvolgimento diretto dell’ANPAL in qualità di Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro.
Per tutto questo, una legittima protesta sociale, i disoccupati partenopei stanno pagando con processi, condanne, multe, avvisi orali, indagini per associazione a delinquere…