Napoli, l’Anm ‘scarica’ 569 dipendenti in Cig e conferma stipendi d’oro per 1 milione di euro

Un duro documento dell’Unione Sindacale di Base. Dirigenti e quadri continuano a percepire superminimi nel silenzio del sindaco, vice sindaco e dei consiglieri della cosiddetta corrente “antagonista e ribelle”

Aumentano le aziende, gli enti pubblici, para pubblici e privati  che approfittano della cassa integrazione finanziata dal governo per l’emergenza Coronavirus per scaricare sulle casse dello Stato i costi del personale. Scandaloso il comportamento assunto dall’Anm, azienda di trasporto pubblico locale di proprietà del Comune di Napoli che ha collocato 569 lavoratori in Cig per 9 settimane (percepiranno 700 euro al mese netti) mantenendo, invece, in attività i dirigenti e quadri  che percepiscono gli stipendi e i superminimi d’oro. Tacciono il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il vice sindaco e assessore alle partecipate Enrico Panini. Tacciono gli assessori e i consiglieri della cosiddetta “corrente antagonista e ribelle”.

Significativa la denuncia dei lavoratori e delle lavoratrici dell’organizzazione sindacale indipendente Usb, Unione Sindacale di Base. “Riteniamo vergognoso che Dirigenti, Quadri, funzionari e coordinatori Aziendali continuino a percepire fino a 48 mila euro di superminimi annui, in aggiunta ai propri onerosi stipendi – scrive in una nota l’Usb – L’Anm è una società partecipata del Comune di Napoli, sottoposta al controllo analogo, da parte dell’amministrazione comunale. Vive in prevalenza di fondi pubblici, delle tasse dei cittadini, ed il Management viene nominato dall’amministrazione comunale – continua la nota – Il Comune di Napoli, tra le misure necessarie al salvataggio dell’Azienda, ha chiesto la cancellazione dei premi di produttività per 2500 lavoratori, per un valore di tre milioni di euro annui e, con delibera, la cancellazione dei superminimi per 165 dipendenti, per un valore di 1 milione e 300 mila euro annui. La prima misura è stata attuata con metodo retroattivo, la seconda continua ad essere erogata senza alcuna interruzione o taglio, nel silenzio delle organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative” e della politica tutta, maggioranza ed opposizione, presenti nel consiglio comunale di Napoli, compresa la “corrente rivoluzionaria” rappresentata dai centri sociali – evidenzia l’Usb – A differenza di altre Aziende italiane, che per far fronte allo stato di crisi hanno attivato gli ammortizzatori sociali e tagliato gli stipendi a manager, dirigenti e funzionari, l’Anm ha attivato una cassa integrazione per 569 lavoratori, con una riduzione oraria fino all’80% con inevitabili ricadute salariali, omettendo ogni principio solidaristico al vertice. Difatti, a pagare saranno i lavoratori, mentre dirigenti e funzionari continueranno a garantire privilegi, sacche parassitarie e clientele, vedendosi riconosciuti stipendi d’oro, superminimi e straordinari forfettizzati. Come USB continueremo a combattere e denunciare l’inettitudine di tanti e la malagestione che ha determinato il fallimento tecnico dell’ANM, le cui nefaste conseguenze le stanno pagando i lavoratori e i cittadini attraverso il taglio del servizio del trasporto su gomma, l’aumento delle tariffe e la riduzione dell’apertura al pubblico delle stazioni – aggiungono i lavoratori e le lavoratrici dell’organizzazione sindacale indipendente –  Non saremo complici di questo sistema malato che vede le Aziende partecipate utilizzate come un bancomat per mitigare gli equilibri della politica.  Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, non può e non deve sottostare al diktat ed al compromesso – conclude l’Usb – La sua integrità politica e morale cozzano con l’attuale fase. Pretendiamo un sussulto d’orgoglio ed equità nell’affrontare l’attuale emergenza economica da Covid-19. Basta privilegi, clientele e malagestione nell’Anm. L’Usb si ribella e chiede il commissariamento dell’Anm, a cominciare dalla gestione al personale, per finire alle relazioni industriali. Noi resistiamo: salario, salute e sicurezza per i lavoratori”

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