Napoli, il rischio di diventare eterna Cenerentola

Riceviamo e pubblichiamo

Da troppo tempo Napoli non ha più una guida e si vede.

L’isolamento politico in cui è precipitata,non è dovuto a qualche volontà politica superiore bensì alla incapacità di chi l’ha rappresentata a dar voce ai reali bisogni .

A questo si aggiunge un mero e meschino calcolo politico del presidente della giunta regionale che reduce dal successo della ultima competizione elettorale, ha accarezzato l’idea di piazzare un suo pupillo a palazzo San Giacomo, apprifittando della totale inconsistenza dell’attuale inquilino, già proiettato in altri contesti .

Questo ha fatto sì che su Napoli calasse un silenzio assordante perchè la ‘politica che decide ‘ ha bisogno di interlocutori affidabili.

Sfugge un pò a tutti che la situazione del bilancio comunale è veramente drammatica e l’ultima approvazione del consiglio di analisi di bilancio non aveva proprio niente.

Una mera operazione politica finalizzata solo al mantenimento dei ruoli che meglio aiutano in una campagna elettorale che si preannuncia lunga e complicata.

Si sono sentiti tanti nomi fino ad oggi, ma su tutti svettano quelli del magistrato Catello Maresca e quello dell’attempato ma sempre valido Antonio Bassolino.

Il primo ancora non ha sciolto la sua riserva e continua la sua campagna di approfondimento delle realtà cittadine.

La sola sfida politica per il magistrato è complessa, perché lo proietta in un ruolo estremamente delicato e probabilmente a lui non consono.

Mediare tra le pretese politiche dei partiti del centro destra , che vedono possibile  la conquista di palazzo San Giacomo non per propri meriti ma per incapacità della sinistra, e le intemperanze delle associazioni rappresentative della società civile è un’ impresa titanica che risulterebbe difficile anche per un politico di lungo corso.

Una riflessione attenta sulla situazione della Città, suggerirebbe a Maresca di approfondire bene la situazione finanziaria in cui versa il Comune e di conseguenza ufficializzare la propria visione.

Napoli, deve uscire dalle vecchie emergenze e lo deve fare in un periodo particolarmente delicato per tutto il Paese.

L’esperto Bassolino, conosce i problemi del Palazzo perchè nonostante sia fuori dalla politica attiva, i legami che ancora intrattiene gli consentono di avere una visione complessiva ben più completa dei suoi avversari.

Non è un caso che l’unico ad aver parlato di priorità è solo lui.

Bassolino sa bene che è necessario uscire dal dissesto, conosce le priorità e sa che è necessario stabilire di quali forze si dispone.

La consapevolezza di diventare il sindaco del Recovery è per lui un dato di fatto.

Il rischio reale per la Città è che al momento non c’è un interprete di questa fase che partecipi alla definizione del Recovery e questo espone ulteriormente la nostra Città ad un ulteriore isolamento.

Certo potrebbero entrare in campo altri attori, frutto di intese tra Partito Democratico, Cinque Stelle e Italia Viva ma chiunque fosse in nome indicato avrebbe uno svantaggio enorme rispetto a chi ha almeno paventato la possibilità di candidarsi.

Entro fine aprile sarà necessario fornire dettagliati piani da includere nel Recovery e a breve non si intravedono accordi su possibili candidati che potrebbero essere la chiave di svolta di questa campagna elettorale.

Napoli oggi più che mai è ad un bivio.

La classe dirigente che si propone di governarla per i prossimi anni, o mette subito in campo una vision della Città e la riporta a ricoprire il ruolo che gli compete tra le grandi città italiane ed europee o inevitabilmente la condanna ad essere l’eterna Cenerentola.

Ciro Silvestri

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest