Napoli, i milioni che il Comune non incassa per l’occupazione del suolo pubblico

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota dell’avvocato Gennaro Esposito presidente Comitato Vivibilità Cittadina

Non c’è dubbio che l’occupazione di suolo pubblico a Napoli sia diventato uno dei temi centrali della vivibilità della città, assumendo, in alcuni casi, caratteri paradossali. Non è difficile, infatti, ascoltare storie che hanno dell’incredibile, come l’eliminazione o lo spostamento di arredo urbano, panchine pubbliche o addirittura alberi, per far spazio a tavoli, sedie o ombrelloni; ovvero di strade pedonalizzate ad hoc per consentirne l’occupazione a scopo commerciale. Non ultima la querelle, tanto discussa dalla stampa cittadina, sul bistrot del fratello del Sindaco De Magistris, in Piazza Vittoria, con un marciapiede adottato ad hoc, per fra largo alla nuova attività commerciale. Tra l’altro si comprende benissimo la particolare attenzione che l’amministrazione De Magistris ha riservato alla materia, dal fatto che il regolamento per la occupazione di suolo pubblico, è in assoluto l’atto che ha subito più esami da parte del Consiglio Comunale, chiamato, ogni volta, ad approvare gli “aggiustamenti” voluti dalla Giunta. In poche parole, spazio pubblico sottratto ai cittadini, in barba alla teoria dei cosiddetti beni comuni, tanto cara al Sindaco che, invece, ha fatto della privatizzazione degli spazi pubblici a scopo commerciale, una bandiera da sventolare come simbolo dello sviluppo economico e turistico della città, senza comprendere la necessità di imporre limiti agli eccessi, legittimi o abusivi, che ormai si vedono dappertutto. Ebbene, la particolare “tolleranza” dell’amministrazione cittadina verso le occupazioni abusive, purtroppo, si nota ad ogni angolo della città, tanto che mi è capitato di assistere in Via Benedetto Croce, nel pieno centro storico di Napoli, ad una discussione tra artigiani delle cd. opere delle ingegno che animatamente raccontavano di due loro colleghi che, poco prima, erano giunti alle mani contendendosi il “posto” dove collocare la loro bancarella, con il conseguente intervento di agenti della polizia municipale che, dopo aver sedato la “rissa”, avevano consigliato al malcapitato che aveva avuto la peggio, di non sporgere denuncia poiché, altrimenti, se ne sarebbero dovuti andare via tutti. Occupazioni, quindi, consentite e tollerate in strade e marciapiedi strettissimi che pongono una seria questione di sicurezza pubblica, in quanto, in caso di necessità difficilmente un mezzo di soccorso riuscirebbe celermente a percorrere il tragitto senza travolgere sedie, tavolini, ombrelloni, cartellonistica di varia natura e relativi clienti. Il risultato di questa libertà “anarcoide” è una competizione sfrenata al tavolino selvaggio tra commercianti. Non è raro, infatti, vedere distratti concittadini o turisti incastrati in sedie e tavolini di fortuna tra paletti stradali e marciapiedi, che si devono alzare per consentire il passaggio di auto o ciclomotori. Occupazioni che, nella colpevole assenza della Soprintendenza, giungono ad offuscare anche la vista di targhe e monumenti di altissimo valore artistico e storico. A fronte di una tale proliferazione di occupazioni legittime ed abusive viene spontaneo chiedersi quanto il Comune di Napoli incassi dalla “mercificazione” dello spazio pubblico, atteso che, sono frequenti i comunicati stampa della Polizia Municipale che, ogni volta che compie un qualche controllo, accerta occupazioni abusive per centinaia di migliaia di euro. In buona sostanza, il quesito che ci siamo posti come comitato cittadino, è stato quello di capire che fine facesse il meritorio impegno profuso dalla Polizia Municipale ed il sacrificio “inflitto” ai cittadini costretti a compiere una vera e propria gimcana tra tavolini, sedie, ombrelloni e cartellonistica commerciale. Ebbene, i dati del bilancio consuntivo 2018 ci hanno svelato una realtà amara, poiché abbiamo capito che a fronte dell’oppressione che si perpetra ai danni dei cittadini, il comune incassa ben poco. Il capitolo delle entrate COSAP, infatti, lascia a dir poco basiti! Dallo studio del documento contabile si è scoperto che i crediti non riscossi dall’Amministrazione Comunale, riportati in bilancio come residui attivi, ammonta alla stratosferica somma di circa 43 milioni di euro (precisamente €. 42.952.251,35) di cui, poco più di 36 milioni, sono dovuti per l’accertamento del canone per le occupazioni abusive di suolo pubblico, contestate dalla Polizia Municipale, ovverossia, proprio quelle somme sbandierate nei comunicati stampa, per gettare fumo negli occhi dei cittadini, dalla solerte giovane assessore alla Polizia Municipale. Ma vi è di più, poiché il capitolo che riguarda il canone di occupazione di suolo pubblico, per capire quello che gli esercenti dovrebbero regolarmente versare, fa letteralmente piangere, poiché sui circa 13 milioni di euro dovuti se ne incassano poco più di 5 milioni. Dati, che lasciano assolutamente perplessi poiché, al mancato pagamento degli importi dovuti, dovrebbe per legge conseguire il mancato rinnovo della concessione di suolo pubblico per i titolari che hanno evaso il canone o le sanzioni. In buona sostanza il Comune di Napoli avrebbe gioco facile nei confronti degli esercenti tenuto conto che la gran parte delle occupazioni abusive vengono contestate a commercianti già titolari di concessione di suolo pubblico che si “allargano” invadendo strade, marciapiedi e monumenti! Senza considerare, infine, il risvolto contabile che vede un bilancio gonfiato di somme che non si incasseranno probabilmente mai ed a cui corrispondono servizi finanziati solo sulla carta. Non c’è dubbio, quindi, che il Sindaco PM di Napoli, sulle occupazioni di suolo pubblico, è sin troppo Clemente!

Avvocato Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

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