Riceviamo e pubblichiamo inegralmente
La drammatica forma di lotta che i vigili del fuoco in presidio da una settimana davanti alla sede della RAI di Napoli hanno scelto di praticare, lo sciopero della fame, assume una particolare carica simbolica, in questa congiuntura.
Scegliere di rinunciare a nutrire il corpo, alla salute, per affermare principi senza i quali la vita non è più dignitosa né accettabile significa far capire al governo che non è possibile uscire da una crisi sanitaria creandone una democratica, civile e umanitaria.
E’ la libera scelta sul proprio corpo, infatti, quella che il governo pretende di alienare, sopprimendo l’autodeterminazione e condizionando, con l’istituzione del “green-pass”, l’esercizio di diritti fondamentali e il godimento di inviolabili libertà personali all’adesione ad un trattamento sanitario che non è dirimente né risolutivo in ordine al contenimento dei contagi. Non solo.
La politica del governo è tutta tesa ipocritamente a salvaguardare una “salute pubblica” che viene interessatamente circoscritta al rischio da Covid, laddove mancano ospedali, medici, infermieri, cure domiciliari che, se ripristinati, garantirebbero prevenzione e riduzione del rischio anche in relazione al virus responsabile della pandemia.
Ai vigili del fuoco, che interpretano pubblicamente lo sgomento di tutte le categorie di lavoratori obbligate a vaccinarsi, e che somatizzano la ferma difesa di irrinunciabili diritti, gli insegnanti non vaccinati, che, tra l’altro, costituiscono appena il 5% del corpo docente italiano, esprimono piena solidarietà.
I docenti in lotta, dopo aver garantito a proprie spese, nelle scuole, quella sicurezza per cui lo Stato non ha speso un solo euro (le classi-pollaio non sono mai state scorporate!), sottoponendosi a tampone a proprie spese ogni 48 ore, vengono colpiti, infatti, dallo stesso provvedimento liberticida, incivile e giuridicamente aberrante che ha spinto i vigili a protestare, un provvedimento che prevede la loro sospensione dall’incarico e dallo stipendio se non ottempereranno all’obbligo vaccinale, in spregio al principio lavorista della Costituzione, alle norme contrattuali e allo Statuto dei lavoratori.
Si tratta di vera e propria violenza istituzionalizzata e legalizzata. Non possiamo e non dobbiamo accettarlo, neanche in uno stato di “emergenza” (che attualmente non è comprovato!).
Questa lotta non riguarda i soli non vaccinati (che non sono “no-vax”, come la stampa asservita continua a ripetere, per demonizzare chi dissente e difende la Democrazia da un attacco inusitato!): questa lotta deve essere condivisa e comunemente condotta contro chi sta trasformando i diritti in graziose concessioni dall’alto, sta fomentando odio tra i lavoratori, sta fornendo ai datori di lavoro una formidabile arma di licenziamento e discriminazione, sta ridisegnando la gerarchia dei valori e dei diritti a partire da già note istanze neoliberiste, che mirano a cancellare lo stato sociale e i diritti sociali.
Il governo della paura non vincerà se lotteremo uniti in solidarietà
Comitato napoletano contro la gestione autoritaria della pandemia