L’Usb: “Centinaia di utenti costretti a percorrere 500 metri a piedi, mancavano vie di fuga. La rabbia sfogata su lavoratori incolpevoli”

 

NAPOLI – “E’ di una gravità assoluta quello che è successo ieri sulla linea 1”. A 24 ore dal black out della Metropolitana di Napoli, con lo stop al servizio di 2 ore e il caos nelle stazioni, arriva l’analisi dell’Unione sindacale di base. Con una serie di interrogativi. “Centinaia di utenti costretti a percorrere circa 500 metri a piedi – afferma una nota – per portarsi presso la prima stazione utile, e mai possibile che non vi sia sul percorso una uscita di emergenza o una via di fuga?. Come mai, a dire degli utenti, non sono intervenute le squadre di emergenza e di primo soccorso?. Chi avrebbe dovuto assistere i disabili? Chi ha redatto il piano di evacuazione e di emergenza?”. Domande che richiedono una risposta, a margine degli accertamenti tecnici. Anzitutto: la linea è dotata di gruppi elettrogeni, come mai non sono entrati in funzione? Quanto accaduto, è apparso a molti utenti una sorta di resa. Una mazzata finale giunta dopo i ripetuti blocchi degli ultimi periodi. Disservizi che, messi in fila, configurano il pretesto per scaricare sugli addetti la tensione degli utenti. “I lavoratori – sostiene l’Usb – si sono visti aggrediti e molestati per disservizi la cui natura esula dalle proprie responsabilità in quanto in molte stazioni lavora un solo agente. Chi ha verificato, da parte delle istituzioni preposte, che fossero attivi tutti i sistemi necessari, uomini e mezzi, per la sicurezza e la tranquillità dell’esercizio ferroviario?” Il sindacato di base annuncia di aver richiesto “come Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza un incontro con i vertici aziendali per verificare l’applicazione delle normative vigenti”. E’  una delle risposte che si attendono.

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