La Procura Generale della Cassazione ritiene fondato il ricorso proposto dal Movimento difesa cittadino nell’ambito ella vicenda del sindaco di Napoli: le Sezione Unite si pronunceranno il 26 maggio

ROMA – Una decisione che non ha conseguenze immediate, ma potrebbe avere importanti riflessi sulle prossime elezioni regionali in Campania e sull’amminstrazione cittadina di Napoli. Secondo la Procura generale della Cassazione il Tar non ha giurisdizione sugli atti di sospensioni di amministratori locali legati alla legge Severino. Lo afferma il sostituto Procuratore Generale Luigi Salvato, ritenendo fondato il ricorso proposto dall’avvocato Gianluigi Pellegrino per il Movimento difesa cittadino nell’ambito della vicenda de Magistris. Le Sezioni Unite tratteranno il caso il 26 maggio. Nel caso de Magistris, il Tar aveva stabilito che venisse a cadere la sospensione dalla carica di sindaco di Napoli, scattata per l’applicazione della legge Severino dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio. De Magistris era stato quindi reintegrato nelle sue funzioni. Il Tar aveva poi inviato gli atti alla Corte costituzionale sollevando questione di legittimità sulla legge Severino. La successiva decisione del Consiglio di Stato ha poi in sostanza confermato questo quadro. Il Movimento Difesa del Cittadino ha però presentato alle Sezioni Unite della Cassazione un cosiddetto regolamento preventivo di giurisdizione chiedendo alla Suprema Corte di stabilire se la competenza in materia sia del giudice amministrativo o del giudice ordinario. La questione che si pone adesso è: cosa accadrebbe se gli ermellini decidessero per l’incompetenza della giustizia amministrativa? La risposta non è semplice. Potrebbe però verificarsi un effetto reset per tutti quei casi in cui la legge Severino ha innescato la partita dei ricorsi. A cominciare da quello di de Magistris, per finire a quello dell’ex sindaco di Salerno e candidato governatore Vincenzo De Luca, anch’egli condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Secondo alcuni, la decisione potrebbe azzerare ogni “sospensiva della sospensione” e quindi ripristinare i provvedimenti dei prefetti che hanno applicato la norma che porta il nome dell’ex guardasigilli, nella parte riguardante gli amministratori condannati in via non definitiva. Conseguenza forse ancora più pesante, relativa al ricorso pendente alla Consulta sulla legge Severino. Se i giudici amministrativi fossero dichiarati incompetenti, potrebbe quindi saltare la stessa decisione sulla questione di costituzionalità, sollevata da chi non avrebbe avuto titolo a farlo. Complicando anche le strategie del governo, deciso a non intervenire sulla norma in attesa della pronuncia. E infine aprendo un ulteriore fronte di scontro interpretativo sui principi che regolano i regolamenti di competenza.

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