
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Il cibo, l’acqua, un letto dove dormire: elementi scontati del sopravvivere che vengono messi in discussione dal partito delle armi, delle massonerie e dei banchieri. Un lento e progressivo perdere di Dignità, talmente lento e progressivo che è avvenuto nella nostra apatia. Non ci siamo accorti di niente. Intanto i contratti di lavoro a somministrazione, le dismissioni, le delocalizzazioni, le privatizzazioni, le guerre, i patti di stabilità, la corruzione della Classe Dirigente, fino alla Autonomia Differenziata e al taglio di ogni Welfare, hanno trasformato questo paese, non solo il Sud, in una discarica a cielo aperto. È il cannibalismo che si fa largo nel nostro istinto bestiale, dove il caro vita non è espressione monetaria ma precisa volontà massonica di condurci oltre l’orlo della fame: dove ogni schiavitù, ogni catena, ogni sozzura può rientrare nel preciso quadro esistenziale di sudditi idioti.
Intanto una parte di popolazione scivola nella povertà, nella paura, nella perdita di ogni certezza e con il rischio di acuire una distanza dal vivere, che si può trasformare in alienazione permanente: ergastolo. Una condanna a vita non vita, che innesca meccanismi auto distruttivi o distruttivi. Che porta a svendersi come Uomini agli angoli delle nostre statali. Tutti prostituti spenti che, nel vennere e accattà, sanno solo di dover perdere, di dovere imparare a perdere.
Ogni dittatura si basa su questo sfilacciamento sociale, questa meschina paura che se tocca a te, non tocca a me. Non temete: questa macchina infernale ingurgita tutti, uno alla volta. Prima i fragili, i diversi, i disfunzionali, gli ultimi, i marginali delle tante sacche delle nuove e vecchie povertà, poi lentamente invaderà come un cancro metastatico ogni organismo vitale.
La Resistenza è unica strada per non soccombere.
Non c’è Pace senza Pane, perché ogni esclusione e sofferenza conduce in sé la guerra. Che sia quella dei militari, dei finti statisti cocainomani che spostano confini la notte, dei burocrati rosé che brindano alle devastazioni, spellandosi le mani con le future ricostruzioni. E i morti? Solo effetti indesiderati dei nostri bavosi business. Come altri effetti indesiderati del turbocapitalismo e delle guerriglie urbane: della sanità negata, della infanzia stuprata, della donna ridotta a merce in saldo, del ricatto livido del lavoro. Ho amici che alle 18,45, finendo il turno alle 19, non sanno se l’indomani hanno o no un lavoro. Se sono stati rinnovati. Neanche i cani subiscono questo trattamento, perché a loro una ciotola viene data.
In questo scenario di esclusione, sofferenza e guerra non resta che andare allo scontro sociale.
Pacifico, Non Violento, ma totale. Il Pane come Diritto Universale alla vita che strozzini inutili e strapagati ci vogliono togliere.
A Napoli e in tutto il Sud inizia la protesta contro il taglio del Reddito di Cittadinanza: occasione storica per risvegliare gli animi dei dormienti televisivi, ma anche per riscoprire quei Valori di Unità, senza i quali l’antagonismo di sinistra diventa ornamento pacchiano dei salotti del potere. Clown a corte. Gattoni brillanti, ma castrati.
Oggi poco più di 500 Esseri Umani hanno bloccato la città per ore, dispiace e stupisce l’assenza di forze politiche che sui social e in televisione sbandierano ideali di Uguaglianza. Ma tant’è: si è bloccata la città. La Rivolta del Pane è il sacrosanto diritto alla Vita, intesa come la vasta opportunità di crescita e di Sviluppo Umano che la Costituzione Antifascista ci garantisce. Tutti siamo chiamati a questa Lotta o ad essere complici, più o meno integranti, di questo fascismo
Luca Musella