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La grande festa popolare a Napoli per il terzo scudetto

Capitan Di Lorenzo alza al cielo la coppa dello Scudetto e allo Stadio Maradona si conclude con una serata indimenticabile: la celebrazione del Napoli campione d’Italia. Una festa attesa 33 anni e durata un mese esatto: dal 4 maggio, quando la banda di Spalletti, pareggiando a Udine, ha centrato la vittoria aritmetica del campionato, al 4 giugno, il giorno della premiazione degli azzurri nell’ex San Paolo gremito in ogni ordine di posto.

Il successo sulla Sampdoria nell’ultima recita stagionale accompagna i tifosi partenopei al momento più atteso che la città (ma anche diversi Comuni della provincia e della regione) si gode sui maxischermi installati in alcune piazze strategiche. Alla fine niente parata dei campioni per le vie del centro sul pullman scoperto, ma un lungo show tutto all’interno dello stadio, ripreso dalle telecamere di Rai 2. Dal cerchio di centrocampo è il sassofono di James Senese a far partire lo spettacolo alle 21.33 con una versione da pelle d’oca di “O surdat ‘nnammurato”.

Tanti artisti del panorama nazionale anche non di sangue partenopeo: scalda il cuore la versione di “Era de maggio” interpretata da Arisa, mentre canta tutto lo stadio quando Emma Marrone si esibisce con “Napule È” di Pino Daniele. Non mancano le risate con la comicità di Silvio Orlando e Biagio Izzo, ma ci sono anche Serena Autieri, Sal Da Vinci, Marisa Laurito.

Tocca a Stefano De Martino invece condurre la serata e richiamare la squadra sul campo per un ulteriore abbraccio con i tifosi. “I campioni dell’Italia siamo noi” grida Giovanni Di Lorenzo che fa partire il coro a voci unite di Fuorigrotta.

Una festa talmente bella da non venire scalfita nemmeno da quell’inevitabile alone di malinconia suscitato dalla separazione da Luciano Spalletti. Il tecnico che ha riportato gli azzurri sul tetto d’Italia era stato premiato nel pomeriggio, prima della partita, come “Coach of the Year”. Un riconoscimento da sommare a quelli ottenuti da Kim (miglior difensore), Osimhen (miglior attaccante) e Kvaratskhelia (mvp della Serie A): quattro premi che testimoniano, ancora più dei numeri, i meriti della squadra dominatrice del campionato.


Dopo la gioia, per Spalletti il tempo dei saluti con una promessa: “Tornerò in tribuna a tifare Napoli”.

A seguire l’omaggio di Alessandro Siani a Diego Armando Maradona prima di una lunga carrellata di cantanti napoletani. Da Enzo Avitabile a Gigi D’Alessio, da Clementino a Nino D’Angelo: sono solo alcuni dei nomi dei tanti performer che si alternano sul palco allestito sotto la Tribuna Posillipo.

Chi sostituirà l’allenatore di Certaldo sarà il tema dei primi giorni della postseason. Il patron Aurelio De Laurentiis, che probabilmente dovrà fare i conti pure con l’altra partenza illustre del ds Cristiano Giuntoli, è già pronto a mettersi all’opera: “Da domani lavoreremo assiduamente per tutto il mese di giugno per vedere, incontrare, intervistare. Quando vedremo il ‘sentimento’ di chi vuole amare e stare al Napoli, ci stringeremo la mano e diremo ‘prego, si accomodi’. Sperando di non aver sbagliato“.

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