La moglie di de Magistris saluta Napoli tra delusioni, amarezza e ‘cerchi magici’ in frantumi

Un post in occasione dell’anniversario di matrimonio

Greta Fiore, alias Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris saluta la Città con un post su Facebook. “Raramente – sottolinea Maria Teresa Dolce – pubblico foto con mio marito, difficilmente parlo di noi. Sono stati anni intensi ed io sono stata sicuramente una ‘first lady’ atipica: non ho dato cene, non ho partecipato a cene (se non quelle tra amici stretti e cari), quel che ho fatto nel sociale l’ho fatto in silenzio e continuando un percorso iniziato da ragazzina. Ho viaggiato perennemente in metro, tra le giuste lamentele di chi, come me, viveva i disagi ma affermava spesso ‘tanto che se ne importano, loro viaggiano con tutte le comodità e ne ho sorriso amaramente”.


Mi sono reinventata professionalmente, faticando il doppio e dovendo affrontare il pregiudizio, forse a volte inconsapevole, di chi credeva che non valessi e che avrei approfittato del mio ruolo – evidenzia – Ho vissuto questi anni con l’onore di accompagnare un uomo di altissimo valore etico e con la profonda convinzione che questo ‘potere’ fosse funzionale esclusivamente al servizio del bene comune, della città . Non ho mai subito nulla, ho sempre scelto: di condividere, di restare, di parlare, di tacere, di lottare, di osservare, di aspettare. Anni intensi, non rimpiango nulla, nonostante le molte delusioni“.


Maria Teresa Dolce conclude così: “E’ passato il tempo, 23 dal mio matrimonio, 10 dalla prima elezione a sindaco ma, parafrasando Vecchioni, “se ha cercato di fregarmi il tempo, ho fottuto il tempo con l’amore”

Belle parole di commiato. Traspare tanta tanta tristezza e delusione per il comportamento assunto da alcuni personaggi che una volta componevano il cerchio magico arancione. Tantissimi trasformisti parte integrante della politica del “tengo famiglia”, la solita politica dell’opportunismo che puntualmente emerge quando cambiano gli assetti politici o emergono le prime difficoltà nel corso di una gestione o di una battaglia politica.

Il primo cittadino partenopeo, persona egocentrica, accentratrice e spesso arrogante ha preferito scegliere collaboratori, candidati, consiglieri e assessori che non si sono distinti come campioni del pensiero critico e indipendente. Al contrario hanno svolto efficacemente il ruolo di yesman. Gli stessi yesman che facevano parte del cerchio magico e adulavano la first lady.  

Gli stessi yesman che di fronte alle prime sconfitte e difficoltà non hanno esitato a cambiare carro, rilasciare interviste, sferrare pesanti critiche, prendere le distanze per accreditarsi, non perdere poltrone, posti di sottopotere e la gestione dei soliti orticelli . Miserie umane. Parafrasando il buon Carlo Marx, “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.

CiCre

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