Inchiesta rifiuti a Giugliano in Campania, respinte le richieste di domiciliari per Poziello e Pirozzi

La decisione del gip è stata assunta nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Monnezzopoli”, che vede indagati, tra gli altri, gli ultimi due sindaci ad essersi avvicendati alla guida del terzo comune più popoloso della Campania.

Il Gip del Tribunale di Napoli Nord ha respinto le richieste di arresti domiciliari per il primo cittadino di Giugliano in Campania, Nicola Pirozzi, e per il suo predecessore, Antonio Poziello.

La decisione del gip è stata assunta nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Monnezzopoli”, che vede indagati, tra gli altri, gli ultimi due sindaci ad essersi avvicendati alla guida del terzo comune più popoloso della Campania.

Le indagini dei carabinieri, partite nel 2018 a Marano per poi estendersi a Giugliano, avevano portato alla luce un sistema in cui dipendenti e amministratori locali, con la complicità di imprenditori e faccendieri, pilotavano gli appalti sull’affidamento del servizio integrato di raccolta dei rifiuti: importo complessivo 122 milioni di euro.

Accuse ritenute fondate dal gip che ha disposto sette sequestri preventivi nei confronti di altrettanti indagati (tra cui Poziello) per un totale di 200 mila euro, somme che secondo la Procura di Napoli Nord sarebbero stata percepite a titolo corruttivo. Non è stato ritenuto necessario, però, adottare misure cautelari nei confronti di sindaco ed ex sindaco, mentre dovranno rispondere di turbativa d’asta e corruzione gli unici due destinatari di provvedimenti restrittivi: divieto di dimora a Napoli per Luigi Grimaldi, ex assessore all’ambiente del Comune di Giugliano e oggi consigliere comunale a Napoli; sospensione dai pubblici uffici per Domenico Abbatiello, dipendente del comune di Marano dove all’epoca dei fatti svolgeva mansioni di sorvegliante

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