
Ancora un atto di trasformismo e ancora un ‘salto della quaglia a 5 Stelle’ per difendere poltrone, potere e privilegi. Poltrone che garantiscono stipendi di 15 mila euro al mese mentre milioni di persone non ce la fanno ad arrivare a fine mese, vittime dell’inflazione arrivata al 7%, del Carovita e dell’aumento delle bollette e del prezzo dei carburanti. Il ministro degli esteri, Luigi Di Maio poco dopo le 21.30 ha annunciato in una conferenza stampa a Roma il suo addio al partito: “Rinuncio al mio partito. Una scelta che mai avrei immaginato di dover fare. Io e molti altri lasciamo il M5S”. “Da oggi – aggiunge – inizia un nuovo percorso. Da domani il M5s non sarà più la prima forza” in Parlamento.
Luigi Di Maio rivendica senza mezzi termini di essere favorevole alla guerra ad oltranza in Ucraina e la fedeltà agli Stati Uniti. “Non possiamo stare dalla parte sbagliata della storia, la pandemia prima e la guerra poi hanno chiamato alla responsabilità tutti i partiti” e difende la propria azione diplomatica.

“Nessuno ha intenzione di creare una forza politica personale, ci mettiamo in cammino. Partendo dagli amministratori locali. Dovrà essere un’onda con al centro le esigenze territoriali. Non ci sarà spazio per l’odio, il populismo, sovranismi ed estremismi”, assicura.
Stando ad alcune indiscrezioni, Di Maio sarebbe pronto ad aderire ad un partito “draghiano” di centro.
Conclude assicurando lealtà totale a Mario Draghi e al suo governo: “l’operato di Draghi è motivo di orgoglio nel mondo”. E lascia cadere tra le righe il possibile nome del suo nuovo, futuro, partito: “Mettiamoci in cammino, insieme per il futuro“.

Duro il commento di Alessandro Di Battista: “Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento”. “Della nuova scissione del Movimento 5 stelle e della nascita del nuovo gruppo non mi importa nulla – ha concluso Di Battista – Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche, quello che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni”.
CiCresc