Delibera anti azzardo, gestori sale da Panini. Associazioni contro le ludopatie: “Più contrasto”

Dopo il provvedimento di Palazzo San Giacomo che limita gli orari d’apertura, il presidente dell’Agsi incontrerà l’assessore alle attività produttive

A Napoli si mobilitano le associazioni che combattono la ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo. Chiedono alle istituzioni locali di attivare azioni concrete per la prevenzione ed il contrasto. Intanto, come anticipato da “Il Desk” lo scorso 20 agosto, le lobby del gioco d’azzardo non hanno accolto positivamente la delibera approvata dall’amministrazione comunale di Napoli, proposta dall’ex consigliere comunale Gennaro Esposito e presentata in giunta dall’assessore alle attività produttive Enrico Panini. Una delibera che detta nuove regole per gli orari di apertura. Domani mattina, il presidente dell’Agsi, l’associazione dei gestori delle sale scommesse, Pasquale Chiacchio incontrerà l’assessore alle attività produttive Enrico Panini. “Sono a rischio posti di lavoro ed investimenti” – dicono i titolari delle sale scommesse. Gli “imprenditori dell’azzardo”, però, non hanno mai indicato il numero effettivo degli addetti, il tipo di contratto di lavoro applicato e le forme di assunzioni. In alcune sale scommesse sarebbero presenti molti parenti di titolari, persone costrette ad aprire partite Iva o a firmare contratti di consulenza. L’assessore Panini, a nome del governo cittadino, ha deciso di ascoltare i rappresentanti delle sale scommesse ma la delibera non sarà cambiata.

 

 

L’azzardo è un’industria e un business che invece di creare valore lo brucia, lo consuma desertificando legami sociali e dissipando il risparmio. Esso provoca un enorme problema per un numero crescente di napoletani tra i quali continua a mietere vittime. L’azzardo è azzardo, genera crescente povertà, sofferenza. Non possiamo chiamarlo gioco. Il gioco è una festa, una gioia, è spontaneità, fantasia e libertà. Questa è una dannata febbre, una schiavitù. In Campania hanno aperto ben 1300 ‘ricevitorie’ e sale scommesse di cui 800 a Napoli e provincia,100 a Caserta, 300 a Salerno. Tra le regioni, la Lombardia fa segnare una spesa per abitante superiore ai 1500 euro, Lazio 1400 e Campania 1100. Il 37% di tutte le scommesse sono attribuibili a giocatori di età inferiore ai diciotto anni. Nel 2015, il giro di affari nella nostra regione ha superato i 10 miliardi in Campania. Il business ha moltiplicato gli operatori esteri che sbarcano in Italia, come la greca Intralot (che ha comprato 600 punti sul territorio nazionale) e gli austriaci di Bwin. Ma l’operatore più grande di tutti rimane l’italiana Lottomatica, primo gruppo di lotterie al mondo dopo l’acquisizione dell’americana Gtech. Tutti gli operatori del settore sono multi provider, ossia offrono quasi tutti i giochi. Con dei punti di forza: il lotto per Lottomatica, l’ippica per la Snai e la schedina per la Sisal. Le più forti nell’online sono invece Microgame e Giocodigitale. Nei “giochi di sorte”, l’uomo non è più neanche un giocatore, ma un giocattolo per il divertimento di chi regge il gioco per far soldi e spennare. Le associazioni che combattono la ludopatia, la dipendenza dal gioco chiedono alle istituzioni locali e nazionali di intervenire con iniziative adeguate: “Occorre stabilire un divieto di pubblicità all’azzardo in qualunque forma e luogo, carta stampata, radio, televisione, internet, cartellonistica, Tale divieto deve risultare totale, analogamente a quanto avviene per tabacco e superalcolici”.

Ciro Crescentini

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