La Procura di Napoli continua ad acquisire documenti politici e amministrativi
Gli inquirenti impegnati nelle indagini sul crollo del ballatoio della Vela Celeste di Scampia che ha causato la morte di Roberto Abbruzzo, Margherita Della Ragione e Patrizia Della Ragione continuano ad acquisire atti politici e amministrativi – risalenti a diversi anni fa, soprattutto sulla mancata applicazione delle ordinanze comunali di sgombero. L’inchiesta della Procura di Napoli (titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Manuela Persico della sezione “Lavoro e colpe professionali”, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Amato) vede impegnata la Polizia di Stato (con il commissariato di Scampia e la Squadra Mobile): i reati ipotizzati contro ignoti sono il crollo colposo, l’omicidio colposo e le lesioni colpose.
Al vaglio degli investigatori anche il dibattito sulla vicenda delle Vele di Scampia che si è dipanato nelle sedi istituzionali nel corso degli anni. Determinanti saranno le relazioni dell’ingegnere strutturista forense, delegato agli accertamenti tecnici la scorsa settimana dalla Procura, per delineare una seconda fase delle indagini sulla tragedia che oltre ai tre morti ha provocato il ferimento di sette bambine, due delle quali gravi e di altri quattro adulti, di cui due gravi.
Oggi il sindaco Gaetano Manfredi alla domanda di un cronista sulla mancata esecuzione di un’ordinanza di sgombero, ha risposto: “Bisogna chiederlo a chi c’era nel 2015“. Chi governava Napoli nel 2015? L’ex Pm Luigi de Magistris, il quale, fino ad oggi non ha assunto una posizione di merito. Nel biennio 2015-2016, l’assessore al patrimonio comunale era Sandro Fucito. A quanto pare le notifiche degli sgomberi furono formalmente, solo formalmente inviate a 158 nuclei familiari ma nei fatti non furono attivate le azioni conseguenti. Tra l’altro tra i nuclei familiari tanti erano considerati “occupanti abusivi”. Le notifiche degli sgomberi si tramutarono in una sorta di legittimazione degli occupanti abusivi, un condono che permisero ad alcuni nuclei senza titolo che versavano in gravi condizioni economiche e sociali a partecipare ai bandi e ottenere l’assegnazione degli alloggi. Non fu eseguito alcun intervento che migliorasse la situazione in base alla quale era stata emanata l’ordinanza.