Comune di Napoli: la scure delle quote rosa, de Magistris costretto già a cambiare la giunta

All’esecutivo di Palazzo San Giacomo mancherebbe un’unità per riequilibrare la presenza di genere. Entro il 28 luglio potrebbe arrivare la diffida del Viminale: da quel momento entro un mese il sindaco dovrebbe riequilibrare la squadra. Un’associazione preannuncia ricorso al Tar

La giunta appena incominciata, è già finita? Rischia di dover subito modificare la squadra presentata ieri, il sindaco de Magistris, che ha confermato in blocco i vecchi assessori. Su Palazzo San Giacomo incombe la tagliola delle quote rosa. La legge prevede infatti che le giunte siano composte almeno al 40% da donne. Fatti due conti, a de Magistris manca una casella, da aggiungere alle tre attuali. La norma prevede che entro un mese dal decreto sindacale il Viminale diffidi il primo cittadino non in regola con le quote rosa. Se l’atto dovesse arrivare a fine luglio, significa che entro fine agosto il primo cittadino dovrà rimodulare la squadra. E sostituire uno degli assessori, avendo raggiunto il tetto massimo di posti in giunta. Uno sbocco obbligato per riequilibrare la presenza di genere. L’intoppo nasce dall’incrocio di alcune circostanze. Tanto per iniziare, la composizione del consiglio comunale, sceso da 48 a 40 eletti per effetto del calo demografico cittadino. Un nuovo assetto che ha costretto a ridurre di un’unità la giunta, ora costituita da 11 elementi. Uno snodo cruciale per definire la vicenda: nella passata consiliatura l’esecutivo rientrava nei parametri di legge con la presenza di Caterina Pace, assessore al personale, in carica fino all’uscita dell’Idv dalla maggioranza. I nuovi numeri del consiglio però impongono un adeguamento, nel rispetto della parità di genere. Alchimie non semplici, col pressing di alcuni gruppi della coalizione che reclamano visibilità in giunta. De Magistris invece non aveva un minuto da perdere: l’amministrazione deve ripartire, anche mettendo temporaneamente nell’angolo le quote rosa.

 

IL DIFENSORE CIVICO DIFFIDA IL SINDACO – Prima della probabile diffida del ministero degli Interni, a de Magistris è giunta quella del difensore civico della Campania, Francesco Bianco. ”Da tempo – afferma l’ex consigliere regionale – mi sto battendo affinché venga rispettata la legge 56 del 2014 (Delrio) che impone ai Comuni con una popolazione superiore ai 3000 abitanti di avere almeno il 40% di donne nelle Giunte Comunali. A Napoli de Magistris, riconfermando la precedente Giunta, in pratica inserisce solo tre donne, quando invece devono essere cinque”. “Mi dispiace  – aggiunge Bianco – che proprio il sindaco della più grande città del Sud, capoluogo di regione, tra l’altro ex magistrato e sicuro conoscitore del diritto, non ottemperi alla legge. Mi auguro che sia solo un momento transitorio e che sia varata definitivamente una Giunta rispettosa dei due generi come prescrive la legge, altrimenti sarò costretto ad inviare un Commissario ad acta, come già fatto con altri Comuni”.

IL RICORSO DELL’ASSOCIAZIONE – “Il sindaco di Napoli calpesta le norme sulla parità di genere e nomina una giunta con sole tre donne”. Lo afferma il direttivo dell’associazione culturale “Donna e”, che preannuncia ricorso al Tar. “La ridottissima presenza femminile nell’esecutivo comunale – sostiene l’esponente del Direttivo Carmen Di Napoli – è frutto di una scelta adottata in dispregio delle leggi vigenti e delle faticose battaglie condotte dal mondo associativo per le pari opportunità”. Di Napoli aggiunge che l’associazione darà “battaglia in ogni sede”.

Gianmaria Roberti

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