L’agguato costato la vita al cutoliano Giuseppe Ruffa a Napoli nell’83: ad eseguirlo sarebbe stato Ettore Sabatino per favorire l’ascesa del boss Eduardo o’ romano
NAPOLI – Un cold case riemerge dal romanzo di camorra, riesumando la guerra tra cutoliani e nuova famiglia. Due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state notificate a boss del calibro di Eduardo Contini (nella foto) e Giuseppe Lo Russo, entrambi già detenuti al regime di 41 bis. Un terzo provvedimento agli arresti domiciliari è stato disposto per il collaboratore di giustizia, Ettore Sabatino. L’indagine della squadra mobile di Napoli, coordinata dalla Dda partenopea, riaccende i riflettori sull’omicidio di Gaetano Ruffa avvenuto nell’83. Ruffa, affiliato alla Nco e detto ‘o scatolaro’, fu ammazzato in Piazza Carlo III. Le indagini compiute all’epoca dei fatti si conclusero, nel mese di gennaio del 1984, con la sentenza di non doversi procedere. Non furono trovati elementi utili al fine di risalire agli autori del delitto. Le indagini sono state però riaperte su richiesta a seguito delle dichiarazioni di Sabatino, storico affiliato al clan Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia. Secondo la ricostruzione del pentito, l’omicidio di Gaetano Ruffa – da lui stesso eseguito – era stato ordinato da Edoardo Contini, all’epoca giovane emergente nella criminalità organizzata, che intendeva favorire la propria ascesa criminale nel quartiere San Giovanniello. Grazie all’assassinio, Eduardo ‘o romano divenne boss egemone nella zona. Contini, prima di compiere l’omicidio, aveva chiesto l’autorizzazione al boss Giuseppe Lo Russo, che, come esecutore, gli aveva messo a disposizione proprio Sabatino, fidato killer. Le dichiarazioni di Sabatino – secondo quanto riferisce il procuratore aggiunto della Repubblica, Filippo Beatrice, sono state confermate da altri collaboratori di giustizia tra i quali Giuseppe Missi, Salvatore Lo Russo e Salvatore Torino.