
Campania Aps chiede ritiro delibera della Regione che viola la legge o ricorso al Tar
Cittadinanzattiva Campania Aps ha lanciato una petizione regionale. Infatti, vuole il ritiro della delibera che privatizza l’acqua alla fonte. La delibera è la Giunta Regionale 312 del 31 maggio 2023. Inoltre, prevede la costituzione di una società mista pubblico-privato per la gestione della Grande Adduzione Primaria. La società avrà maggioranza pubblica, ma anche un socio privato.
La petizione ha raccolto oltre 9.000 firme in poche settimane. Pertanto, Cittadinanzattiva Campania Aps ha inviato più volte una PEC al Presidente De Luca e al Presidente Oliviero. Ma non ha ricevuto alcun riscontro. La Regione Campania non ascolta le istanze dei cittadini e del Terzo Settore. Si chiude in un silenzio ostinato e menefreghista.
Cittadinanzattiva Campania Aps non è sola nella sua battaglia. Molti consigli comunali della Campania hanno deliberato a favore della revoca della DGR 312/23. Seguono l’esempio del Consiglio Comunale di Napoli. L’acqua non è un bene, ma un diritto pubblico e universale.
La volontà dei cittadini è chiara e definita: l’acqua deve restare sempre gestita da soggetti totalmente pubblici. Questo è il risultato del referendum del 2011, che ha abrogato la norma del 2008 che imponeva l’affidamento ai privati dei servizi locali. Con una maggioranza plebiscitaria, gli elettori hanno detto no alla privatizzazione dei servizi e no al profitto sulla gestione dell’acqua.
Tuttavia, il legislatore non può ignorare questo esito, né riproporre le disposizioni abrogate in modo velato o sostanziale. È quello che ha tentato di fare il d.d.l. 2021 sulla concorrenza ed il mercato, che ipotizzava la privatizzazione sistematica dei servizi di acqua potabile, trasporti e rifiuti. Una proposta in aperta violazione dei referendum e della logica del bene comune.
Inoltre, la Regione Campania ha fatto lo stesso errore con il Decreto della Giunta Regionale n.312 del 31.5.2023, che prevede l’istituzione di una società mista pubblico – privato per la gestione del servizio idrico della Grande Adduzione Primaria di interesse Regionale. Il privato deve anticipare il finanziamento di opere a proprio carico, ma poi si garantisce il recupero di tale anticipazione su base pluriennale. Si tratta di una privatizzazione dell’acqua alla fonte, in netta contrapposizione e disattenzione al quesito referendario del 2011.
La delibera 312/23 della Regione Campania è un attacco alla volontà popolare e alla gestione pubblica dell’acqua. Infatti, questa norma prevede che i fondi privati si occupino della valorizzazione delle infrastrutture idriche regionali, come la Grande Adduzione. In questo modo, l’acqua diventa un bene di consumo soggetto al mercato e alla concorrenza.
D’altra parte, la Regione Campania si dichiara incapace di garantire l’acqua alla fonte e ignora le richieste dei cittadini. Pertanto, noi riteniamo questa delibera illegittima e la impugneremo al TAR, se non verrà ritirata. Per questo motivo, chiediamo alle istituzioni regionali di ascoltarci e di rispettare il nostro diritto all’acqua.