Campania, scuola nel caos: De Luca gode

Riceviamo e pubbichiamo

Sindaci che aprono, sindaci che chiudono, prefetti che scrivono, sindaci che rispondono con ordinanze assurde. Si va a scuola. no, non si va. Sì, si va. No, non si va. Così non va, è l’unica certezza. Il caos va ordinato.

Il diritto allo studio è un diritto costituzionale e la scuola un servizio essenziale. Diritti costituzionali e servizi essenziali non possono continuare ad essere sacrificati da De Luca sull’altare del consenso.

Si deve intervenire politicamente sulla regione. La regione deve coordinare le decisioni dei sindaci in modo da uniformare le loro ordinanze. La regione ha mezzi e strumenti tecnici che i comuni non hanno e la struttura regionale va messa a supporto dei comuni. La scuola non può essere gestita in modo non uniforme, la regione ha il dovere di promuovere la parità e non la disparità. gli studenti e le loro famiglie vanno tutelati.

C’è anche una questione non da poco che va sottolineata e che io sottolineo da ottobre. Lasciando da parte i diritti costituzionali e i danni prodotti ai bambini e ai ragazzi dal non andare a scuola, la regione da ottobre ha costretto molti cittadini della campania a commettere un reato penale, mentre compito delle istituzioni è tutelare i cittadini. Lasciare, infatti, un minore di 14 anni a casa incustodito è un reato penale grave. Un reato qui diventato di necessità, lo stato e la regione ne devono rispondere.

Il caos generato va ordinato e De Luca non può fare Ponzio Pilato. De Luca, volutamente, cerca di alzare lo scontro tra sindaci e prefetti e tra genitori sì dad e genitori no dad. È quello che vuole: la strategia dalle diffide e dei ricorsi, comunque vadano, vedranno lui vincente e gli studenti perdenti, gli unici incolpevoli.

Alessandra Caldoro presidente circolo “Filippo Turati”

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