Camorra, presi due ras latitanti del clan Polverino: uno era tra i 100 più pericolosi

Catturati Giuseppe Ruggiero, 53enne, e Carlo Nappi, 58enne. Si nascondevano in una villetta a Pomezia

Doppio scacco dei carabinieri al clan camorristico dei Polverino. Catturati in una villetta due latitanti in fuga dal 2011. Uno è tra i ricercati più pericolosi d’Italia.
I militari dei Nuclei Investigativi di Napoli e Roma hanno scovato e catturato a Pomezia Giuseppe Ruggiero e Carlo Nappi: erano in una villetta nei pressi della zona industriale di Santa Palomba.
Entrambi sono elementi di spicco della potente cosca di Marano, con ramificazioni nell’hinterland a nord del capoluogo campano, in altre regioni d’Italia e all’estero. Ruggiero, 53enne maranese, era inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia ed è ritenuto elemento di primissimo piano del clan. Nappi, 58 anni, è considerato un ras dei Polverino.
I due latitanti erano ricercati dal 2011 e sfuggivano all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea: le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, traffico e spaccio di droga.

 

COSI’ SONO STATI INCASTRATI I FUGGITIVI – Ruggiero era noto per la sua prudenza ma anche per il suo attaccamento alla famiglia. Così è stato il matrimonio del figlio, celebrato il 3 settembre a Marano, a dare gli indizi giusti ai militari che davano la caccia ai latitanti. Il 53enne è uno dei cassieri della cosca e si occupa anche di stupefacenti. Sia lui che Nappi avevano documenti falsi, mostrati ai carabinieri nell’ultimo tentativo di sfuggire all’arresto. Ma i militari sono andati a colpo sicuro. E a nulla sono valse anche le precauzioni adottate dai parenti stretti dei ricercati, che negli spostamenti erano soliti usare più auto per compiere un tragitto, prendendole in prestito strada facendo da conoscenti. La villetta di Pomezia in cui sono stati sorpresi i latitanti era il loro rifugio da qualche mese. Ruggiero e Nappi non avevano armi. Indagini in corso per comprendere di chi fossero le identità finte attribuite ai due. Per gli investigatori, i due durante la latitanza sono rimasti operativi nel clan, continuando a svolgere i loro ruoli di spessore.

 

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