Camorra, era pronto il tritolo per il procuratore Colangelo: attentato sventato, 5 arresti

Quattro giorni fa a Gioia del Colle il sequestro di 550 grammi di esplosivo, di fronte al cancello della tenuta di un boss. Secondo un pentito lo avrebbero utilizzato i camorristi per colpire in Puglia il capo della procura di Napoli

Erano 550 grammi di esplosivo, nascosti sotto un albero a Gioia del Colle, provincia di Bari, e sequestrati giorni fa. Secondo un pentito sarebbe stato usato per eliminare il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo. Il tritolo era di fronte alla tenuta di Amilcare Monti Condesnitt, ritenuto un boss trafficante d’armi, che per questa vicenda è in carcere con altre 4 persone. Per il collaboratore di giustizia l’attentato sarebbe dovuto avvenire proprio a Gioia del Colle, dove risiede il magistrato quando non si trova a Napoli. A coordinare le indagini è il pm della Dda di Bari Roberto Rossi, che ha raccolto le dichiarazioni del pentito, originario del Napoletano ma contiguo ai clan pugliesi. Alla fine dell’anno scorso, l’uomo sarebbe entrato in contatto con camorristi che progettavano un agguato al capo della procura di Napoli. Le informazioni sui piani contro Colangelo le avrebbe apprese proprio dal boss Amilcare Monti Condesnitt. Il legame con la camorra sarebbe nato dai passati e presunti rapporti per traffico di armi e droga fra il boss di Gioia del Colle e i clan napoletani. Monti Condesnitt fu arrestato nel 2008 dalla guardia di finanza di Bari insieme a criminali pugliesi e camorristi con l’accusa di aver fornito armi da guerra provenienti dai Balcani in cambio di stupefacenti. Ma nell’aprile di un anno fa Monti e gli imputati napoletani, tra cui Bruno Abate di San Giorgio a Cremano Bruno Abate, sono stati assolti dal Tribunale di Bari “perché il fatto non sussiste”.

 

L’OPERAZIONE: INDAGINI PARTITE DA UN TENTATO OMICIDIO – Il tritolo era stato sequestrato lo scorso 29 aprile ma solo sabato scorso i dettagli sull’operazione erano stati diffusi dgli investigatori della Squadra mobile di Bari. Con Monti Condesnitt sono stati sottoposti a fermo Francesco Paolo Ciccarone, 40enne considerato il suo braccio destro, Antonio Saponaro, 35enne, Giuseppe Piscopo, di 24 anni e Paolo Paterno, di 33 anni. Il quintetto è accusato di detenzione e porto di armi da sparo ed esplosivo. Le indagini furono avviate dopo il tentato omicidio di Giuseppe Drago dello scorso 14 febbraio scorso nel quartiere San Pio di Bari. Lo scenario dell’agguato sono i contrasti tra gruppi criminali per il controllo delle attività illecite fra pregiudicati vicini al clan Strisciuglio e il gruppo contrapposto, ritenuto vicino ai 5 fermati. Grazie alle intercettazioni ambientali disposte nell’ambito delle indagini sul tentato omicidio, si è scoperto l’acquisto e il trasporto dei 550 grammi di tritolo. Oltre all’esplosivo è stata trovata una pistola semiautomatica marca Tokarev calibro 7,62 completa di caricatore con relativo munizionamento. Le successive indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi nei confronti dei fermati. La misura stata eseguita dalla squadra mobile assieme al Nucleo Investigativo dei carabinieri di Bari.

 

I SOPRALLUOGHI PER PIANIFICARE L’ATTENTATO – Per preparare l’attentato contro il procuratore sarebbero state effettuate una serie di ispezioni di luoghi idonei a tendere l’agguato. La scelta sarebbe caduta infine su Gioia del Colle. I sopralluoghi sarebbero avvenuti sul percorso dal casello autostradale di Napoli alla casa pugliese del magistrato.

 

COLANGELO: “CONTINUERO’ IL MIO LAVORO” – Una sola fugace battuta è stata consegnata da Colangelo ai cronisti: “Continuerò a fare il mio lavoro al servizio dello Stato, fin quando mi sarà richiesto”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest