Caivano, donne protestano contro don Maurizio Patriciello

solidarietà al sacerdote dal commissario Fabio Ciciliano

Grave clima di tensione a Caivano, comune della provincia di Napoli. Questa mattina il commissario straordinario per la riqualificazione e il recupero del territorio Fabio Ciciliano ha incontrato don Maurizio Patriciello per esprimere vicinanza al sacerdote.


Ieri sera alcune donne sarebbero sarebbero scese in strada, stazionando davanti la chiesa di don Patriciello e con un megafono avrebbero chiesto agli abitanti del rione di parlare con il prete; qualcuna avrebbe proposto di occupare la chiesa se il sacerdote si fosse rifiutato.

Alla base della protesta ci sarebbe il censimento degli occupanti nelle case popolari del Parco verde. Don Patriciello ha inizialmente parlato con le donne, ma il confronto si è poi interrotto per via di un atteggiamento minaccioso di alcune donne, tanto sono intervenuti i carabinieri che hanno identificato le presenti.

Esprimo la mia solidarietà a don Patriciello e propongo, così come già concretamente fatto più volte, di ascoltare tutte le voci, anche quelle dissonanti perchè aiuteranno a capire meglio problemi ed esigenze. In maniera concreta e costruttiva ed ovviamente nel perimetro assoluto della legge, senza strumentalizzazioni di sorta”, ha commentato Ciciliano in una nota.

Il ripristino della legalità è elemento fondante della rinascita sociale di Caivano. Le regole sono alla base del vivere civile, senza il rispetto di esse non si può dare vita nè sviluppare alcuni tipo di iniziativa di riqualificazione che sia duratura”, ha concluso Ciciliano.

Le donne che sono venute da me a protestare le conosco bene, sono brave persone anche che se occupano illegalmente appartamenti al Parco Verde. Purtroppo c’è qualcuno che soffia sul fuoco e va dicendo in giro che se perdono la casa è colpa mia”– così don Maurizio Patriciello ha spiegato quanto accaduto ieri sera. “Ora – aggiunge il sacerdote – stanno venendo a galla tante situazioni di illegalità che riguardano anche persone per bene, che vivono in appartamenti assegnati ad altri che però se ne sono andati e non vivono a Caivano, ma spesso sono parenti degli attuali inquilini. Poi c’è anche chi ha pagato per avere un alloggio che non gli spettava, ma in ogni caso per la maggior parte, ripeto, si tratta di brave persone, che non vanno confuse con i camorristi e i delinquenti, che pure alimentano il business degli alloggi popolari, e su cui vanno fatte indagini”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest