Nove inviti a dedurre, sono accusati di utilizzo fraudolento delle carte aziendali, concessioni, in assenza dei presupposti, di superminimi veri e proprio aumenti di stipendio
Bufera sulla Sma Campania Spa, azienda di proprietà della Regione Campania che si occupa di ambiente, prevenzione incendi e depurazione. La Guardia di Finanza ha scoperto uno sperpero di fondi pubblici da oltre 5,7 milioni di euro. Dalle indagini dei finanzieri è emerso che venivano utilizzati, pagandoli più del dovuto, servizi di autonoleggio e di telefonia mobile attraverso affidamenti diretti, senza alcuna procedura di gara, come invece previsto dalla normative. E non solo. Sarebbero stati attivati abbonamenti mensili a servizi di streaming musicale e spese su Amazon, anche alle due di notte, utilizzando le carte di credito istituite per gli acquisti urgenti della Sma Campania Spa.
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In particolare, sono stati rilevati pagamenti a mezzo cassa ritenuti non legittimati da idonea documentazione giustificativa e l’utilizzo fraudolento delle carte ricaricabili (c.d. “flash card”) istituite per acquisti urgenti non eccedenti la somma di mille euro. Alcuni pagamenti sono risultati effettuati per chiare finalità personali di stampo ludico/ricreative (ad esempio, abbonamenti mensili a servizi di streaming musicale) e in orari decisamente inconsueti per il normale svolgimento dell’attività amministrativa (anche alle ore 2 di notte).
È emerso, inoltre, che la società si è approvvigionata dei servizi di autonoleggio e dei servizi di telefonia mobile tramite affidamenti diretti, senza esperire alcuna procedura di gara ad evidenza pubblica e/o aderire alla convenzione CONSIP, in violazione delle disposizioni normative in materia di appalti pubblici, sostenendo per giunta maggiori oneri.
Le attività investigative hanno fatto emergere, inoltre, elementi sintomatici di progressioni di carriera del personale impiegato sia presso le strutture territoriali che presso i depuratori gestiti da Sma Campania Spa in violazione della disciplina sul reclutamento del personale e sugli avanzamenti di carriera nella Pubblica Amministrazione. Infatti, le progressioni sono state operate, nella maggior parte dei casi, con verbali di conciliazione, senza attivare alcuna procedura selettiva e/o comparativa o meccanismi di selezione dei dipendenti meritevoli.
In tema di gestione e remunerazione del personale, sono state altresì segnalate concessioni, in assenza dei presupposti, di “superminimi”, veri e propri aumenti di stipendio, in mancanza di disposizioni interne aventi generale applicazione e di una adeguata motivazione (particolari qualità del dipendente, maggiore onerosità delle mansioni svolte, più elevata capacità produttiva).
La Procura regionale per la Campania della Corte dei Conti (procuratore regionale Antonio Giuseppone, sostituti procuratori generali Davide Vitale e Flavia Del Grosso), al termine delle indagini contabili – riguardanti gli anni dal 2012 al 2022 – ha incaricato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli di notificare nove inviti a dedurre ad amministratori, dirigenti e dipendenti della società.
Destinatari delle contestazioni della Corte dei Conti campana sono l’ex presidente del Cda Giuseppe Cammarota; gli ex amministratori unici Ciro De Leo, Raffaele Scognamiglio e Giuseppe Esposito; l’ex consigliere delegato Lorenzo Di Domenico; l’ex dirigente, ex consigliere regionale ed ex sindacalista Cisl Cosimo Silvestro
l’ex financial manager Roberto Iavarone; l’addetto alla contabilità e bilancio Ernesto Tartaglione e il responsabile dell’impianto di depurazione di Napoli est Luigi Riccardi.
Tutti potranno ora depositare le proprie deduzioni ed eventuali documenti e chiedere di essere ascoltati dall’Autorità giudiziaria contabile.
Di Domenico, Scognamiglio, Silvestro e Tartaglione sono stati rinviati a giudizio nell’ambito di un procedimento penale parallelo dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a vario titolo per peculato, abuso d’ufficio e simulazione di reato.