Bagnoli, perché c’è bisogno di un nuovo Primo maggio di lotta

Il destino dell’ex area industriale di Napoli Ovest è più che mai un punto di domanda, tra appetiti di speculatori, questione ambientale e promesse mancate. Giovedì 13 aprile a Villa Medusa assemblea pubblica per costruire le nuove iniziative di mobilitazione in vista della festa del lavoro

Ad un anno dalla grande manifestazione che violò il perimetro commissariale delle ex e aree Italsider contestandone il dispositivo emergenziale e affermando la legittimità degli abitanti della città a decidere e controllare il futuro dell’area, viene rilanciato il bisogno di tornare per le strade della città e del territorio per riportare l’attenzione su Bagnoli, sulle battaglie che sono state e si stanno conducendo e sulle iniziative messe in campo ma soprattutto per mettere in discussione un altro simbolo della gestione privatistica e fallimentare del territorio quale l’ex area Nato, con un corteo che vuole finire con una grande assemblea popolare che sancisca che le aree appartengono alla città e che devono essere rifunzionalizzate secondo gli interessi collettivi, che in un momento di assoluto blocco di risorse pubbliche per il welfare, i servizi, la casa, non si può tenere un vero e proprio quartiere chiuso e blindato per poterlo scendere a pezzettini ai privati e non realizzarci attrezzature pubbliche per la collettività. Una mobilitazione che parlerà non solo di Bagnoli ma dell’opposizione alle guerre, all’escalation militare, ai mari trasformati in cimiteri all’aperto, all’avanzare della crisi, dei licenziamenti, della precarietà, della disoccupazione, di tagli e smantellamenti dei servizi sociali tra bilanci comunali chiusi nei vincoli e pareggi di bilancio.

 

 

Bagnoli è da anni il simbolo del fallimento delle politiche di governo di centro-destra e centro-sinistra, dello sfacelo dell’interesse collettivo a favore degli interessi di bottega, della barbarie della “corsa all’oro” di speculatori e affaristi, delle clientele, del malaffare, della distruzione di un territorio e di assenza di progettualità politica per il futuro dei suoi abitanti che continuano a pagare i costi della deindustrializzazione senza bonifica: inquinamento, disoccupazione, degrado, distruzione di servizi pubblici. Ma Bagnoli è anche diventata simbolo di resistenza, di volontà di riscatto, di lotta e di produzione di possibile alternativa politica: studenti e studentesse delle scuole assieme a genitori e insegnanti, disoccupati organizzati assieme a precari e pensionati, lavoratori e lavoratrici, abitanti del territorio, sono stati protagonisti di esperienze di organizzazione e di lotta, di liberazione e gestione comunitaria di spazi sottratti a degrado e speculazione, mobilitazioni per i diritti sociali quali salute reddito stabilità lavorativa e servizi come trasporti ospedali e scuole, per la salvaguardia dei beni comuni e del territorio dalla spiaggia alle aree da bonificare, per la riqualificazione urbana secondo gli interessi collettivi. Cortei, azioni dirette, occupazioni, scioperi, conferenze​ e approfondimenti, assemblee popolari, gruppi di lavoro, momenti di scontro è di confronto con le istituzioni e mobilitazioni nazionali contro il governo hanno progressivamente sedimentato comunità di abitanti impegnate in una lotta non solo di resistenza e opposizione, ma capaci di proposta politica e di autorganizzazione.

 

 

Da oltre un anno e mezzo questo movimento si è dato anche sue proprie istituzioni e articolazioni: assemblee popolari degli abitanti e tavoli di lavoro che, pur mantenendo la loro autonomia, hanno accompagnato la sconfitta politica ed elettorale dei partiti, in primis il PD, che sul disastro di Bagnoli avevano costruito le proprie fortunate roccaforti di voti, clientele, rendite di posizione. Un movimento aperto e intrecciato col resto della città. Il Primo Maggio è da anni per questo movimento una giornata di lotta: per riprendersi le strade della città, la parola e il protagonismo, per mettere in crisi le operazioni dei nemici degli interessi collettivi – commissari di governo, politici, speculatori, sindacati confederali e affermare un’altra idea di governo del territorio. In questi mesi, dopo la mobilitazione che ha visto oltre 500 napoletani sfilare oltre i divieti fin sotto il Parlamento a Roma per pretendere la fine del commissariamento di governo, le cose hanno continuato a muoversi e noi abbiamo continuato a lottare, lontani dalla ribalta mediatica, per conquistare metro per metro potere decisionale dal basso e garanzie rispetto ai piani di governo regione e comune. Sebbene riusciti a irrompere nel discorso pubblico con le nostre rivendicazioni, conquistando consensi ed egemonia, ciò non ha impedito a speculatori e governo di continuare a tutelare i propri interessi calpestando le volontà collettive, puntualmente denunciati, attaccati, qualche volta bloccati.

 

L’ex area Nato ha rappresentato da questo punto di vista una punta avanzata della beffa ai cittadini: continuando a essere gestita in maniera privatistica dalla fondazione Banco di Napoli per l’infanzia attraverso affidamenti spezzatino ai privati, senza un piano integrato e senza non solo la gestione comunitaria che avevamo affermato come modello, ma neanche il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte se non in veste di consumatori. Movimenti, associazioni, comitati, attivisti, reti sociali e singoli abitanti da tutta la città sono invitati a un’assemblea giovedì 13 aprile a Villa Medusa (via di Pozzuoli) per costruire un Primo Maggio di lotta a Bagnoli. Una assemblea chiara e senza sconti verso l’amministrazione comunale, oltre che verso il governo, con la consapevolezza del quadro generale e complessivo, proviamo a confermare Bagnoli come concreto fronte di lotta ed alternativa.

Eddy Sorge

(Portavoce di Assemblea Popolare Bagnoli Libera)

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