Bagnoli, i dubbi sulla variante urbanistica

Deliberata lo scorso 22 luglio dalla giunta, approda alla discussione del consiglio della X Municipalità. Le perplessità sollevate tra le forze sociali e sindacali

La variante urbanistica per Bagnoli deliberata lo scorso 22 luglio dalla giunta comunale di Napoli solleva molte perplessità tra le forze sociali, sindacali e raccoglie durissime critiche dai movimenti radicati sui territori nei movimenti. La proposta di variante sarà discussa nelle prossime ore dal consiglio della decima municipalità. Una variante che ha l’obiettivo di attuare progetti ed investimenti privati. E tra i progetti potrebbe essere rilanciato “Creanapoli, Masterplan per la zona occidentale, Viale dei Giochi del Mediterraneo”, presentato il 5 maggio del 2007 durante un convegno dell’Acen, Associazione dei Costruttori. Il progetto prevede la trasformazione urbana di un’area di circa 20 ettari in viale Giochi del Mediterraneo, con un boulevard attrezzato, terrazza sul mare, aree verdi, libere, attraversabili, un grande “tetto-giardino”, piste ciclabili, servizi urbani, parcheggi, residenze, ricavate e protette dai tessuti degli spazi pubblici. Un disegno “modello Valencia” firmato Calatrava. La variante urbanistica alla zona occidentale potrebbe accelererare i tempi per la concretizzazione dell’iniziativa promossa dall’associazione di Piazza dei Martiri. Tra l’altro la delibera approvata dalla giunta comunale di Palazzo San Giacomo autorizza l’uso conformativo dei suoli ovvero sarà consentito alla cordata di imprenditori edili di investire e gestire sull’area. Solo una piccola quota di attrezzature sarà fruibile dal pubblico, sarà necessaria un’apposita convenzione.

 

 

“La variante formulata risulta essere mancante nella sua costruzione metodologica di una logica partecipativa, non avendo assolutamente coinvolto le comunità locali raccogliendone istanze e sollecitazioni – sottolinea Gaetano La Nave della rete civica Per Napoli – Mentre su un piano tecnico, invece, appare priva di una visione complessiva, non inserendo il quadrante occidentale di Napoli all’interno della cornice metropolitana dei Campi Flegrei. La proposta elaborata, infatti, non contempla come l’area in oggetto si trovi addirittura all’interno di una zona ad alto rischio vulcanico permanente trovandosi dentro la caldera flegrea”. Le dichiarazioni di La Nave meriterebbero un approfondimento di merito da parte degli esponenti dell’istituzione cittadina. “Davanti a tali temi non bisogna essere allarmisti ma certamente evitare pressappochismi – evidenzia La Nave – Come poi non ricordare inoltre che l’area oggetto della variante, è prossima al sito d’interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, e non si capisce il motivo perché non possa rientrare nel progetto Campi Flegrei-Unesco elaborato dai limitrofi comuni flegrei. Sarebbe opportuno, invece, che Luigi de Magistris, anche per il suo ruolo metropolitano includa l’area occidentale, e si faccia protagonista di tale proposta, che incontra anche l’interesse del Ministero dei Beni Culturali. Lo sviluppo sostenibile del territorio deve assumere invece una logica ordinata e integrata, sorretta da un intreccio virtuoso tra fondi pubblici straordinari e privati non di natura speculativa, ma durevoli e produttivi – aggiunge La Nave – Uno sviluppo sostenibile del territorio che sappia dunque coinvolgere le comunità locali, che valorizzi ambiente, patrimonio storico-archeologico, e ricerca; e che persegua attraverso turismo, rigenerazione urbana, creazione di poli scientifici e tecnologici eco-compatibili la creazione di posti di lavoro incontrando così quella giusta domanda occupazionale attesa ed elusa ormai da troppo tempo in quel territorio”.

 

Sulla questione scende in campo Massimo Taglialatela segretario generale della Uilcom, organizzazione sindacale delle comunicazioni. “Sento parlare di variante per la zona occidentale e mi preoccupo di alcuni aspetti. Innanzitutto credo che dovremmo preoccuparci se tutto questo avvenga nel rispetto delle norme di sicurezza tenuto conto che ci troviamo in zona campi flegrei – puntualizza Taglialatela – E su questo non vorrei che ci trovassimo dinanzi alla situazione paradossale che la mano sinistra non sa cosa fa la destra. Infatti siamo sicuri che chi chiede i piani di evacuazione conosca le varianti che si propongono? – domanda Taglialatela – Mi auguri di si. Inoltre, proprio perché ci troviamo in una zona quasi ai limiti di Pozzuoli spero che la proposta tenga presente e sia stata formulata in una chiave ben più ampia, di Città Metropolitana e quindi coinvolgendo anche le altre amministrazioni”. Il dirigente sindacale affronta con determinazione la questione sociale. “La zona occidentale ha una vocazione destinata al divertimento, al tempo libero oltre che alla cultura. Chi decide quali potranno essere le attività da impiantare e che sopratutto rispettino le regole del bene comune? – afferma Taglialatela – Già oggi per alcune zone abbiamo cittadini che sono prigionieri di una movida molto invasiva. Oppure non ci dimentichiamo che nell’area con grande fatica si stanno rilanciando attività come l’ippodromo, le terme e la stessa Edenlandia. Questi investimenti vanno tutelati, anzi aiutati a crescere. Non vorrei trovarmi che senza regole ci sia una concorrenza che non servirebbe a nessuno – conclude Taglialatela – Lo sviluppo deve servire a rilanciare attività ma anche e soprattutto l’occupazione in un territorio in grande sofferenza. Quindi il tutto deve garantire sviluppo dell’occupazione e sopratutto occupazione stabile e no dare vita ad altre forme di precariato”.

Ciro Crescentini

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