Fermata la trivellazione nell’area vulcanica flegrea. Il progetto era stato finanziato dal presidente De Luca
Nelle prossime ore si procederà alla chiusura, la messa in sicurezza del pozzo geotermico e la sospensione della trivellazione in via Antiniana a Pozzuoli. La mobilitazione dei cittadini di Agnano e Pozzuoli, sostenuti dal Movimento 5 Stelle, in primis dalla consigliera Maria Muscarà, l’ordinanza di sospensione emanata sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, le valutazioni negative espresse dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, l’indagine conoscitiva della Procura della Repubblica di Napoli hanno prodotto un risultato significativo. Bloccati i lavori per la realizzazione di un impianto di “trigenerazione elettrica, termica e frigorifera da fonte geotermica a media entalpia”. Lavori affidati alla società Graded, di cui è titolare Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria nazionale e presidente degli Industriali della Campania.
L’opera, finanziata dalla Regione Campania con un contributo di 3.568.741,80 euro (pari al 76% del costo complessivo dei lavori, che ammontano a 4.671.053 euro) era stata autorizzata dal governo di Vincenzo De Luca con decreto dirigenziale 29 del 29 novembre 2018 e mirava alla produzione di elettricità grazie all’energia ottenuta da un pozzo geotermico a bassa profondità con acqua a temperatura di circa 100°C. Il progetto si avvaleva della collaborazione dell’Università Parthenope (responsabile scientifico: l’ingegnere e professore Nicola Massarotti), l’Università Federico II di Napoli e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L’operazione di scavo è stata condotta in una delle aree vulcaniche più pericolose al mondo senza che l’Osservatorio vesuviano ne fosse a conoscenza. Scavi che hanno suscitato preoccupazione nella cittadinanza a causa dell’ingente quantità di vapori, gas e fumi sprigionati.
CiCre