Trattativa Stato-mafia, boss Graviano: “Berlusconi mi chiese cortesia, stragi del ’93 non nostre”

Giuseppe Graviano intercettato in carcere mentre parla con un detenuto: “Ho concepito mio figlio al 41 bis”

“Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa”. Nuove presunte rivelazioni sulla trattativa Stato-mafia vengono dal boss Giuseppe Graviano, cui le cimici hanno intercettato una conversazione con il detenuto Umberto Adinolfi  nell’ora d’aria del carcere di Ascoli Piceno. L’intercettazione è depositata agli atti del processo in corso a Palermo. Il riferimento alla “cortesia” chiesta di ds Berlusconi, per la procura di Palermo, potrebbe essere alle stragi del 92-93, ipotesi per la quale Berlusconi è stato già indagato negli anni scorsi, prima che la sua posizione fosse archiviata.

“Poi nel ’93 ci sono state altre stragi ma no che era la mafia, loro dicono che era la mafia – dice Graviano -.  Allora il governo ha deciso di allentare il 41 bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450”. Allude alla decisione, presa nel novembre del ’93, di revocare il carcere duro per 450 mafiosi.

Lunghi stralci delle conversazioni riguardano il capo di Forza Italia. “Berlusconi quando ha iniziato negli anni ’70 ha iniziato con i piedi giusti, mettiamoci la fortuna che si è ritrovato ad essere quello che è. Quando lui si è ritrovato un partito così nel ’94 si è ubriacato e ha detto ‘Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato’. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore”. “Tu (secondo i pm Berlusconi, ndr)lo sai che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta … alle buttane glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso … e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto nient. Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi”.  Il boss mafioso, tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997, mentre era al carcere duro, avrebbe messo incinta la moglie. A raccontarlo è lui stesso. “Dormivamo nella cella assieme. Ti debbo fare una confidenza –  spiega al detenuto- prima di nascere il bambino, prima di incontrarmi con mia moglie, ho detto ‘no ci devo provare'”. Il ragazzo oggi frequenta l’università.

Sulle intercettazioni di Gravano interviene l’avvocato Niccolò Ghedini senatore di Fi e legale di Berlusconi. “Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano, depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni – afferma in una nota – vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente a Berlusconi. Tale interpretazione è destituita di ogni fondamento non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano”.

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